La Nuova Sardegna

Sassari

Scala Erre, via all’ultimo ampliamento

di Giovanni Bua
Scala Erre, via all’ultimo ampliamento

Dopo i lavori spazio per altri 5 anni di rifiuti e poi la chiusura. Carbini: «Il futuro è un termovalorizzatore? Parliamone»

19 agosto 2015
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SASSARI. Ultimo giro di lancette per la discarica di Scala Erre, con la giunta che ha approvato nei giorni scorsi il progetto definitivo-esecutivo per la creazione dell’ultimo modulo da 200mila metri cubi che, ai ritmi di conferimento attuali, daranno 5 o 6 anni di respiro ai nove comuni che si servono della discarica consortile di proprietà del Comune di Sassari. Un lavoro da 3 milioni e 250mila euro che sarà bandito a settembre e pagato dagli accantonamenti fatti, per legge, dalle tariffe pagate dai cittadini. Ultimo possibile nel bestione da 2 milioni di metri cubi di rifiuti su cui sarà presto affisso il cartello di tutto esaurito.

Situazione questa che spinge a rapide quanto profonde riflessioni. «È chiaro – sottolinea il vicesindaco ed assessore all’Ambiente Gianni Carbini – che il problema si pone, e si pone immediatamente. Dobbiamo sederci intorno a un tavolo e discutere quale sarà il futuro dello smaltimento rifiuti nel sassarese, e più in generale nell’area vasta, e nell’intera Isola. Abbiamo un piano regionale dei rifiuti che parla chiaramente di termovalorizzatori, e ne individua uno da fare al Nord dell’Isola. Per noi non deve essere assolutamente un tabù, anzi io lo vedo più come un’occasione. Anche perché l’alternativa sarebbe finire per conferire in un impianto magari lontano (si parla di Macomer) con conseguenti costi di trasporto altissimi. Capisco che ci siano posizioni diverse in campo, ma penso che il dibattito vada affrontato senza chiusure ideologiche di alcun tipo. Facciamo un convegno, con esperti e l’assessore regionale, una serie di incontri conoscitivi. Apriamo un tavolo. Parliamo. Ma facciamolo ora».

La questione riguarda tutto il territorio. «A Scala Erre – spiega il dirigente del settore Ambiente Gian Marco Saba – conferiscono i rifiuti (unicamente quel che rimane dalla differenziata) oltre a Sassari anche Alghero, Porto Torres, Sorso, Sennori, Stintino, Uri e Putifigari-Olmedo. Al ritmo di riempimento attuale, circa 40mila metri cubi all’anno, ci metteremo 5 o 6 anni per usare i 203mila metri cubi che saranno resi disponibili dalla creazione dell’ultimo modulo. Va da sè che se almeno Sassari e Alghero portassero il loro livello di differenziata al 60-70 per cento questo allungherebbe la vita della discarica di altri 2 o 3 anni. Ma il problema sarebbe comunque solo posticipato».

«Le discariche come Scala Erre – spiega Carbini – non sono più previste nel piano dei rifiuti regionale. Per legge i rifiuti non differenziabili vanno distrutti, o meglio termovalorizzati. Nessuna confusione quindi, un eventuale, ed auspicabile, termovalorizzatore non è assolutamente in concorrenza con la differenziata. Anzi, le due cose sono già ora assolutamente complementari. Si deve differenziare il più possibile ma gli inevitabili residui vanno trattati secondo legge. Il sistema delle discariche, anche quando sono fatte secondo tutti i crismi come quelle di Scala Erre, è sorpassato. Ed è una inevitabile eredità che lasciamo ai nostri figli. Ora è il momento giusto per porsi i problemi sul futuro della raccolta rifiuti nel nostro territorio. E insieme a questo serve una maggiore responsabilizzazione dei cittadini per portare la differenziata a livelli che ci permettano di non subire pesantissime penalizzazioni e di rispettare gli standard a cui una città come la nostra non può non ambire»

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