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I bambini scoprono l’agricoltura sinergica

I bambini scoprono l’agricoltura sinergica

SENNORI. Dai banchi all’orto: gli scolari di Sennori scoprono l’agricoltura sinergica. Per il terzo anno consecutivo gli alunni della scuola primaria dell’istituto comprensivo sono stati impegnati...

26 agosto 2015
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SENNORI. Dai banchi all’orto: gli scolari di Sennori scoprono l’agricoltura sinergica. Per il terzo anno consecutivo gli alunni della scuola primaria dell’istituto comprensivo sono stati impegnati nella cura dell’orto sinergico, nell’ambito di un progetto di educazione ambientale programmato dall’assessorato all’Agricoltura. I bambini, coordinati dal dottore naturalista Mirko Piras, dalle maestre Giusy Manai, Francesca Vallebella e Maria Lisa Camboni, grazie al finanziamento garantito dell’assessorato all’Agricoltura del Comune, hanno potuto imparare a nutrire il suolo e a coltivare la biodiversità. Nei due plessi scolastici, oltre all’allestimento degli orti, sono state realizzate delle apposite strutture per agevolare il processo di compostaggio della frazione umida dei rifiuti, evitando la perdita di una preziosa risorsa, il compost, utile per la creazione del semenzaio e per i trapianti delle piantine. «Con questa iniziativa i bambini, una volta appreso che in natura non esistono rifiuti, hanno collaborato attivamente alla realizzazione del cumulo e compreso che il processo di compostaggio non consiste semplicemente nell’ammucchiare la frazione umida, ma che presenta delle “regole” definite che, una volta applicate, consentono di ottenere un prodotto di qualità privo di patogeni per le piante», spiega l’assessore all’Agricoltura e vicesindaco, Vincenzo Leoni. Per due classi, il progetto di educazione ambientale non si è esaurito con la cura dell’orto e il compostaggio: gli alunni hanno potuto visitare un’impresa agricola di Nulvi dove l’agricoltura sinergica viene praticata da cinque anni. Qui i bambini hanno partecipato a un laboratorio all’aperto sul suolo e sulla vita che vi alberga. «Quest’anno - conclude il vicesindaco - si è pensato di introdurre negli orti antiche varietà di mais e fagiolo (“cara e monza”), in modo da valorizzare quella diversità colturale e culturale pazientemente custodita dagli agricoltori, definiti per l’appunto custodi».

Salvatore Santoni

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