La Nuova Sardegna

Sassari

Bonifiche: una discarica dietro il progetto Nuraghe

di Gavino Masia
Bonifiche: una discarica dietro il progetto Nuraghe

Il Movimento e Sel all’attacco sull’iniziativa dell’Astaldi: il territorio non la vuole Chiesto all’amministrazione comunale di bloccare «una operazione pericolosa»

13 settembre 2015
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PORTO TORRES. Polemiche e proteste dopo l’ultimo incontro alla Regione sulle bonifiche dell’area industriale, nello specifico il progetto Nuraghe. Movimenti cittadini e partiti sottolineano come «questo progetto di bonifica non è quello che vuole il territorio». Un malcontento crescente, in previsione della conferenza dei servizi decisoria in programma mercoledì nella sede del ministero dell’Ambiente, dove si dovrà stabilire se il progetto Nuraghe elaborato da Astaldi potrà essere messo in opera oppure se farà la fine di tutti gli altri presentati nei decenni scorsi che sono stati bocciati dallo stesso Ministero.

«Il progetto di bonifica su Minciaredda non è tecnicamente fattibile in quanto va a interessare la falda – dicono i dirigenti del Movimento –, e le quantità di terreni (in realtà rifiuti) previste dal progetto Astaldi risultano significativamente più basse di quelle che si registrano nella realtà: la discarica verrebbe dunque ampliata in step successivi, ossia una vera e propria beffa per il territorio, e l’area occupata dalla discarica insisterebbe su gran parte dell’area oggi già inquinata, con buona pace degli enti che vorrebbero la restituzione del territorio agli usi legittimi».

Il Movimento invita l'amministrazione Comunale «ad opporsi con tutte le sue forze alla realizzazione della più grande discarica di rifiuti pericolosi d'Europa, perché il territorio non vuole altre discariche, possono essere utilizzate quelle esistenti, come già stabilito nelle deliberazioni del consiglio comunale di Porto Torres e del consiglio Provinciale di Sassari».

Anche il circolo Sel "Joyce Lussu" ricorda che nel 2013 il consiglio comunale approvò all’unanimità una mozione presentata dal consigliere Luciano Mura e firmata anche dal capogruppo di Sel Toni Chessa, che aveva come obiettivo quello di respingere categoricamente il cosiddetto “tombamento” dell’ area, ma anche qualsiasi tipo di progetto di bonifica che non prevedesse la completa rimozione dei rifiuti e dei terreni contaminanti e il relativo trasporto degli stessi in impianti esterni al sito già presenti e operativi. «Balza agli occhi il fatto che il “nuovo” progetto che prevede la bonifica di tutto il Sin (Minciaredda, peci fenoliche, palte fosfatiche e altre zone) – aggiunge Sel –, così come da computo metrico presentato, costi in totale 68 milioni e 584mila euro, una cifra di poco superiore al costo risalente al 2010 pari a 62 milioni e 880mila euro previsto nel computo metrico presentato da Syndial per la messa in sicurezza permanente della sola area di Minciaredda: qualcosa non torna».

Secondo Sel il progetto Nuraghe con queste caratteristiche è inaccettabile, perché non si vogliono nuove discariche in questo territorio territorio. «Ci preoccupa molto il fatto che fino ad oggi né il M5S di Porto Torres, e tantomeno l’amministrazione comunale da esso guidata, sia mai entrata nel merito del progetto Nuraghe esprimendo una posizione precisa e non un generico ambientalismo di facciata». Movimento e Sel chiedono a gran voce che l’amministrazione comunale apra un tavolo di confronto istituzionale, che permetta, prima di tutto ai cittadini, di conoscere le caratteristiche del progetto e poter esprimere valutazioni e pareri.

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