La Nuova Sardegna

Sassari

Il tappeto di Nule si fa bello a Porto Cervo

Un tappeto di Nule
Un tappeto di Nule

Alle produzioni artigianali tipiche si aggiungono le lavorazioni della pelle e del legno

04 ottobre 2015
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NULE. Il tappeto di Nule, gioiello del cuore del Goceano, è ospite delle cantine Surrau a Porto Cervo in località Chilvagghja, dal 1 ottobre fino al 15 novembre. Le cantine si trovano in una proprietà di oltre 50 ettari di terreno, a pochi chilometri dalle più belle spiagge della Costa Smeralda. La location, suggestiva e particolare, è teatro di grandi eventi, percorsi di degustazione, vernissage e installazioni artistiche. «Sarà una grande vetrina per il nostro paese – assicura il sindaco di Nule Giuseppe Mellino –, sicuramente un modo per pubblicizzare la nostra arte». In simbiosi con la struttura in legno, pietra, grandi vetrate e sculture, sono stati collocati “nudi” così come quando vengono estratti dai telai, in modo da poterne constatare la vera consistenza, tra le trame di lana e le tonalità dei colori in tutti i loro abbinamenti. L’amministrazione comunale ha deciso di esporre una parte di tutto il grande patrimonio in suo possesso: i tappeti d’autore lavorati dalle mani attente delle tessitrici e creati dallo studio dei disegni in collaborazione con i grandi nomi che li hanno forniti, e i tappeti degli ultimi due concorsi di tessitura che si sono tenuti a Nule nel 2011 e nel 2014. Si potranno ammirare i tappeti di Giovanna Maria Campus, di Giovanna Chessa e di Rosa Giua, con disegni tradizionali ma allo stesso tempo resi moderni da alcuni particolari e dai colori sgargianti, “sa bertula” e un tappeto “tipo sarule” della Tessile Crabolu, i tappeti di Eugenia Pinna in stile moderno e le sue opere di oggettistica in legno e lana, gli arazzi di Maria Assunta Manca accompagnati dai lavori in pelle (scarponi, cambales e cinture) di Giuseppe Dore, il tavolino in legno e vetro con tappeto inserito all’interno di B&B arredamenti. I visitatori potranno acquistare le creazioni direttamente dall’esposizione.

Elena Corveddu

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