La Nuova Sardegna

Sassari

Davanti al Tar la discarica “in scadenza”

di Vincenzo Garofalo
Davanti al Tar la discarica “in scadenza”

Le imprese che si erano aggiudicate la gestione degli impianti di Scala Erre hanno presentato ricorso

21 ottobre 2015
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SASSARI. La discarica in scadenza finisce davanti ai giudici. Mentre il Comune di Sassari si prepara ad aggiudicare i lavori da 3milioni e 350mila euro per la realizzazione dell’ultimo modulo della discarica di Scala Erre (una volta colmato questo il sito sarà chiuso), la gestione degli impianti che raccolgono i rifiuti di mezza provincia sarà decisa dal Tar. A rivolgersi ai giudici sono state la Siged srl e la Verde Vita srl, ossia l’associazione di imprese che in prima battuta ha vinto la gara d’appalto bandita da Palazzo Ducale, salvo poi essere esclusa dagli uffici e vedersi soffiare il piatto da 13 milioni di euro (in tre anni) dal secondo classificato, il consorzio di imprese tra Riccoboni spa e Mario Ticca srl. L’accoppiata Siged e Verde Vita si era aggiudicata l’appalto per la gestione della discarica consortile, grazie a un’offerta con un ribasso del 33,425 per cento sulla base d’asta di 12 milioni 795mila euro. Un ribasso che è stato giudicato anomalo dal presidente di gara, il quale ha quindi escluso il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Siged srl e Verde Vita srl. Un’esclusione che ha di fatto aggiudicato l’appalto al secondo raggruppamento in graduatoria, Riccoboni-Ticca, ovvero le stesse imprese che già svolgevano il servizio di gestione della discarica. Per Riccoboni-Ticca e per il Comune di Sassari si tratta di un copione che, in parte, si ripete. Nel 2008 Palazzo Ducale aggiudicò l’appalto per gli impianti di preselezione e biostabilizzazione di Scala Erre proprio all’associazione delle due imprese (più Ladurner spa), e una delle ditte escluse presentò ricorso al Tar, vincendolo.

Il Comune, che perse anche il ricorso d’appello al Consiglio di Stato, fu condannato a pagare 112mila euro più interessi e rivalutazione monetaria alla Daneco Impianti. Tutto questo perché, accogliendo la tesi dei ricorrenti, i giudici appurarono che nello svolgimento della gara d’appalto non erano stati applicati i principi di pubblicità e trasparenza. Basti pensare che il bando di gara non aveva previsto l’apertura in seduta pubblica delle buste contenenti le offerte. Adesso l’affaire Scala Erre finisce ancora una volta davanti ai giudici. Questo proprio mentre Palazzo Ducale si prepara ad assegnare l’appalto da 3 milioni e 250 mila euro per realizzare, sempre a Scala Erre, l’ultimo modulo per la raccolta dei rifiuti, il nono nella storia del sito a metà strada tra Sassari e Stintino. La gara si chiuderà questo venerdì, quando, a mezzogiorno, scadrà il termine per presentare le offerte. I vincitori della gara avranno un anno di tempo per ultimare i lavori.

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