La Nuova Sardegna

Sassari

L’aggressione

Sassari chiede scusa allo spagnolo ferito

di Luigi Soriga
Sassari chiede scusa allo spagnolo ferito

Sindaco, prorettore e studenti in ospedale per trovare il giovane: «Siamo costernati: l’Erasmus è sempre stato un vanto»

03 novembre 2015
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SASSARI. L’accoglienza in città, al suo primo giorno a Sassari, non è stata delle più calorose. Botte come se piovesse e una coltellata nell’addome. Era arrivato nel week-end con i genitori, per trovare il fratello che studia da quattro mesi alle Cliniche Universitarie. Stava festeggiando con birre, chitarra e amici. Non scorderà mai il benvenuto.

Ora però è il momento delle scuse, e il ragazzo spagnolo aggredito e pestato sabato notte in piazza d’Italia è un paziente super coccolato nel reparto di chirurgia dell’ospedale civile. Il suo letto, nella corsia al quarto piano, si riconosce subito. È quello che non si vede, perché circondato da una decina di persone.

La dottoressa, all’ora delle visite, deve regolare il traffico, come un vigile urbano: «Siete un po’ troppi, entrate a turno». Ci sono innanzitutto il padre e la madre. Hanno facce da genitori e t-shirt da figli, sono simpatici e hanno appena riacquistato il sorriso. La lama ha perforato la carne ma per fortuna non è andata così a fondo. Si è fermata prima di bucare l’intestino. Perciò il tempo di fare un’altra ecografia e oggi il loro ragazzo dovrebbe essere dimesso. «Ancora fa male – dice lui – ma niente di grave». E quando si tira su dal cuscino per allungare una stretta di mano, la smorfia di dolore è evidente.

La gita a Sassari, una toccata e fuga di tre giorni, per loro resterà un viaggio da dimenticare. «E pensare che per mamma è la prima volta che mette il naso fuori dalla Spagna. Questa esperienza proprio non ci voleva». Il prorettore dell’Università Luca Gabriele Deidda e il responsabile del progetto Erasmus Luciano Gutierrez cercano di dare tutto il sostegno possibile alla famiglia. Si sono prodigati nell’organizzare il viaggio di ritorno a Barcellona, e chiesto di pagare anche le spese. Offerta poi declinata con grande signorilità: «Apprezziamo, ma non c’è davvero bisogno».

C’è molto dispiacere, perché fino a oggi l’Erasmus è sempre stato un fiore all’occhiello: «Siamo tutti costernati – dice Deidda – è come se tu invitassi a cena degli amici e poi arriva l’inquilino del piano di sotto e senza motivo li prende a botte. Ci resti male. Ecco noi ci sentiamo così». Per fortuna è la prima volta che capita un episodio simile: «All’estero abbiamo circa 180 dei nostri iscritti, e altrettanti studenti provenienti dall’Europa si trovano a Sassari la maggior parte dei quali spagnoli – dice Gutierrez – finora tutti i nostri ospiti si sono sempre trovati bene».

Anche il sindaco Nicola Sanna è molto amareggiato. Nel primo pomeriggio è andato all’ospedale e ha abbracciato il giovane ferito: «Vi chiedo scusa a nome della città, purtroppo sono episodi imprevedibili: siamo profondamente dispiaciuti per quanto è accaduto».

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