La Nuova Sardegna

Sassari

Nido delle mamme

Parto indolore poco utilizzato

Parto indolore poco utilizzato

Una tavola rotonda su un diritto ancora negato alle donne

07 novembre 2015
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SASSARI. Il "parto indolore" è ancora poco diffuso in Italia ma molto richiesto. Secondo le ultime stime, però, viene effettuato soltanto nel 15per cento dei casi e pochi ospedali italiani offrono un servizio h24, compresi sabato e domenica. Se ne è parlato nei giorni scorsi all’associazione Nido delle mamme, durante un seminario sulla partoanalgesia che racchiude tutte le iniziative legate alla Breast Unit. Un’interessante tavola rotonda con lo scopo di sensibilizzazione l'utilizzo del parto indolore per tutte le donne che sempre più frequentemente sviluppano la tocofobia, ovvero la paura del travaglio e del parto naturale.

«La nostra associazione promuove il parto naturale ma non resta insensibile alle paure e richieste delle donne - ha dichiarato la vicepresidente Carmen Fraietta - e visto l'alto numero di tagli cesarei si è reso necessario un seminario informativo che porti a chiarire ansie e dubbi legati al parto».

Spesso, infatti, i corsi di accompagnamento alla nascita non sono adeguati alle esigenze individuali delle gestanti e questo incide sull'evoluzione dell'allattamento naturale importante anche per la prevenzione dei tumori della mammella. Le donne che allattano naturalmente, hanno meno possibilità di ammalarsi di tumore al seno e con il parto naturale, il sostegno del puerperio e l'evoluzione dell'allattamento al seno è meno difficoltosa. Queste le tematiche trattate l’altra sera. Pierpaolo Chiappe, ginecologo delegato da Salvatore Dessole (direttore del punto nascita dell'Aou) si è detto assolutamente favorevole alla partoanalgesia per tutte le donne: «L’effetto antalgico determina un miglioramento della ventilazione materna e una migliore ossigenazione fetale - ha dichiarato lo specialista -. Inoltre un mancato controllo del dolore severo è associato ad alterazioni di tipo psichico, depressione post partum e disturbo da stress post-traumatico».

Sono inoltre intervenuti anestesisti e rianimatori in qualità di relatori Fausto Spissu, Stefania Milia, Lucia Latte e Maria Pinna, psicologhe e psicoterapeuta ed entrambe propositive in merito anche all'utilizzo dell'ipnosi per il controllo del dolore del travaglio e parto. Ilaria Bono educatrice, Luisa Baule (collaboratore ammistrativo Aou), Antonio Flumene, pediatra del Policlinico sassarese, Daniela Pistidda, collaboratore sanitario del Servizio formazione Aou, Sara Mura assistente sociale e socia volontaria dell'associazione, la coordinatrice della sala parto Giuseppa Saba e l'ostetrica Maria Grazia Torru. Presenti anche Monica Spanedda, assessore comunale alle Politiche sociali, e il consigliere regionale Peppino Pinna, membro della commissione Sanità. Tutti si sono dimostrati concordi sul fatto che, come contemplato nelle linee guida del ministero della Salute, la partoanalgesia è un diritto di libera scelta per tutte le donne e si evince l'esigenza di un percorso di preparazione alla nascita secondo le esigenze delle donne strutturato alla luce delle nuove richieste e delle tecniche naturali che dovrà avvalersi di tutti i professionisti del sociale e sanitario compresi educatori, pedagogisti, psicologi oltre a ostetriche e ginecologi.

Daria Pinna

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