La Nuova Sardegna

Sassari

Ossi, canale tombato: si studiano i rischi

Ossi, canale tombato: si studiano i rischi

L’amministrazione comunale avrebbe già avviato le procedure per reperire i finanziamenti

10 novembre 2015
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OSSI. C’è silenzio da parte dell’amministrazione comunale sugli interventi da porre in essere contro i rischi potenziali derivanti dalle condizioni del canale tombato che, raccogliendo le acque del Riu Badde, scorre sotto il centro storico. Probabilmente non si vuole creare un eccessivo allarmismo, ma è anche vero che in questi casi la prudenza non è sempre una buona regola, mentre lo è dire le cose come stanno. La storia è nota solo in parte. L’iter del piano particolareggiato del Centro matrice, considerata la presenza del canale, ha richiesto a suo tempo uno studio di compatibilità idraulica, che viene effettuato dall’ingegner Fabio Cambula e dalla geologa Donatella Giannoni a fine 2014, prendendo in esame un tratto del Riu Badde sufficientemente esteso. Successivamente viene resa pubblica la video ispezione effettuata lungo il canale, interrotta ad un certo punto perché impedita dall’eccessivo restringimento della sezione. Dallo studio di compatibilità emerge che l’insufficienza della sezione idraulica del canale tombato che attraversa il centro abitato causi l’esondazione delle portate calcolate anche per il tempo di ritorno minore (50 anni) e il conseguente deflusso superficiale nella viabilità ordinaria cittadina, con la conseguenza che la maggior parte delle aree di allagamento riferite a tale tempo di ritorno sono da considerarsi a pericolosità idraulica molto elevata, classificata Hi4. La video ispezione conferma e, in parte, aggrava tali conclusioni: il restringimento della sezione che è stato riscontrato, infatti, in conseguenza di eventi meteorici eccezionali, metterebbe il canale in pressione, creando la possibilità di cedimenti e rotture esplosive con l’apertura forzata di varchi per la fuoriuscita dell’acqua; si creerebbero così allagamenti nelle strade e nelle case lungo il sedime del canale. Sinora l’andamento climatico è stato favorevole per questa parte del territorio, tanto che l’ultima alluvione storicamente ricordata risale a circa 75 anni fa, con un tempo di ritorno già superato rispetto ai 50 considerati. Tuttavia le cronache ormai quasi quotidianamente ci raccontano di esondazioni e di disastri inattesi. Meglio dunque darsi da fare e portare avanti gli interventi di messa in sicurezza necessari. Le tipologie degli interventi possibili sono varie. Nel caso del canale tombato del Rio Badde, secondo una recente direttiva di giunta regionale e su consulenza del tecnico che sta seguendo l’iter che l’amministrazione comunale intende portare avanti, le soluzioni che stanno emergendo, alcune di attuazione immediata, tutte comunque urgenti e improrogabili, riguardano: la realizzazione di vasche di laminazione a monte dell’imbocco del canale, in modo da ridurre la portata in corrispondenza degli eventi di piena e da limitare il trasporto solido all’interno del canale, la realizzazione di aperture parziali della soletta superiore e l’inserimento di griglie che consentano la fuoriuscita dell’acqua e l’eventuale rientro nel canale, la rimozione degli impedimenti che interferiscono e ostacolano il deflusso; non ultima la raccolta in rete autonoma di eventuali scarichi fognari. Viene poi il bello: quello dei finanziamenti necessari; per ottenerli servono progetti, indispensabili per stabilirne l’entità. Ma le procedure, secondo le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica Nando Canu, sono state già avviate.

Pietro Simula

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