La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il liceo Azuni è meglio di Eton. Sfida nella trasmissione Rai “L’Erba dei vicini”

di Giovanni Bua
Un momento della trasmissione "L'erba dei vicini"
Un momento della trasmissione "L'erba dei vicini"

L'istituto superiore di Togliatti, Segni e Cossiga ha battuto lo storico college di monarchi e primi ministri

18 novembre 2015
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SASSARI. Casa, gioco d’azzardo, pennuti e ...Azuni. C’era anche lo storico liceo cittadino a dar battaglia all’Inghilterra l’altra sera su Rai 3 nella trasmissione “l’Erba dei vicini” di Beppe Severgnini. Un format leggero ma divertente e molto ben articolato che, giocando su pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni, ha messo di fronte l’Italia e l’Inghilterra. Alternando risate e serietà, ospiti di prima categoria come la giornalista e anchorwoman di Al Jazeera Barbara Serra (che ha spiegato come mai sia difficile trovare casa nel regno Unito), o il pluripremiato architetto Stefano Boeri, che ha raccontato cosa avviene invece in Italia. E divertenti confronti tra Totocalcio e betting, piccioni tricolori e gabbiani british.

E scuole. E qui è sceso in campo per la squadra tricolore il liceo di Sassari, che ha affrontato niente di meno che il prestigioso Eton, college britannico frequentato di recente dai principi William ed Harry, ma soprattutto, nella sua secolare storia, da 19 primi ministri inglesi, da scrittori come George Orwell e Ian Fleming o premi nobel come John Gurdon.

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Una battaglia improba, verrebbe da pensare, combattuta tramite filmati, girati nella scuola di via Rolando, nata nel 1852, dopo che i moti del 1848 avevano posto fine alla secolare gestione ecclesiastica dell'istruzione cittadina, affidata ai Padri Gesuiti e ai Padri Scolopi. E nella spettacolare struttura del Berkshire, fondata da Enrico VI nel 1440. Ma anche con l’aiuto di due campioni in studio, che hanno difeso il modello italiano di istruzione pubblica, e quello inglese di college privato.

A tessere le lodi degli etoniani c’era Marco Liviero, Housemaster di Eton, e per il liceo di Antonio Segni e Francesco Cossiga, Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer, Bianca Pitzorno e Antonello Grimaldi (ed Elisabetta Canalis, ha ricordato sornione Severgnini), c’era invece la scrittrice Michela Murgia.

Belli gli scorci catturati dalle telecamere nel liceo sassarese, che non potendo certo competere con la grandiosità architettonica e gli spazi del rivale inglese, ha comunque dato il meglio di sé aprendo le sue storiche aule (con qualche arredo forse un po’ troppo storico) e mostrando il cuore nuovo che dentro di esse pulsa: i laboratori di danza, chimica, teatro, arti figurative e fotografia. E poi i corsi del liceo coreutico.

A raccontare la vita sassarese due azuniane del quinto anno: il futuro medico Lidia Pizzuto, e l’aspirante direttore d’orchestra Chiara Enna («ma mi accontenterei di fare la pianista», ha scherzato), che hanno accompagnato le telecamere dentro la loro giornata da studentesse, tra Eschilo, Lim, una lezione di piano e una corsa nei corridoi. «Il nostro è un istituto che, oltre a grande storia, ha gradi potenzialità», ha sottolineato fiero il preside Massimo Sechi. «Per un insegnante lavorare in questo istituto significa dare il massimo di sé», ha spiegato il professore di pianoforte Luca Virgilio. «Mi sento fortunato come insegnante – ha chiosato il professore di italiano e latino Fabio Di Pietro – perché all’interno di questa scuola il dialogo con gli studenti restituisce molto».

Parole semplici e sentite, che insieme alle stoccate della Murgia sul modello "limitato sessualmente" del college maschile inglese, e forse alla innocente ammissione dell’Housemaster di Eton che ha spiegato di essersi maturato in un liceo scientifico pubblico a Padova, hanno alla fine convinto i telespettatori che, nella divertente gara, hanno espresso la loro preferenza per lo storico liceo cittadino.

Scuola di Segni, Cossiga, Togliatti e Berlinguer, ma soprattutto di Lidia, Marta, Massimo, Luca e Fabio. Che fa di tutto per essere, oltre che un importante pezzo di storia di Sassari e dell’Italia intera, un fondamentale tassello del loro futuro.

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