La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, verso la revisione del Puc: si sblocca l’edilizia

di Vincenzo Garofalo
Sassari, verso la revisione del Puc: si sblocca l’edilizia

Gianni Carbini: «Via i vincoli dalle zone B». La Giunta intende restringere il perimetro del centro matrice e ridurre i beni identitari censiti da 200 a 81

24 novembre 2015
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SASSARI. A poco meno di un anno dall’entrata in vigore del Puc, la Giunta comunale rimette mano al Piano urbanistico per liberare da strettissimi vincoli 119 aree inizialmente inserite tra i beni storici e paesaggistici da tenere sotto una campana di vetro, intoccabili. Una svista o un eccesso di zelo da parte dei redattori del Puc che, di fatto, sottoponeva a vincolo totale diverse aree delle cosiddette “zone B” del centro urbano, ossia la Sassari dei quartieri Cappuccini, San Giuseppe, Porcellana, cresciuta a contorno della città ottocentesca. Queste aree sono elencate nel “Mosaico dei beni paesaggistici e identitari” formulato dalla Regione, e fanno parte del Centro matrice proposto, inserito nel Piano urbanistico comunale. Nel documento della Regione sono elencati 200 siti e tutti sono stati indicati nel Puc. Di questi, secondo l’attuale Giunta comunale, solo 81 hanno le caratteristiche tali da dovere sottostare ai vincoli totali e alle fasce di tutela urbanistica stabilite dal Piano paesistico regionale. Gli altri 119, sono sì beni di valenza storico-culturale, ma non tali da dovere essere ibernati in una zona di tutela integrale dove, secondo il Ppr, «non è consentito alcun intervento di modificazione dello stato dei luoghi», isolata a sua volta da «una fascia di tutela condizionata». In pratica secondo l’attuale versione del Puc, in tutti i 200 siti classificati come beni identitari e paesaggistici, e nei loro dintorni, non si può muovere nemmeno una pietra. Una condizione che paralizza gran parte delle zone B della città, frantumando i progetti dei proprietari di immobili e le speranze di molte imprese edili. Ora la Giunta, su proposta del vicesindaco e assessore alle Politiche urbanistiche, Gianni Carbini, prova a correggere il tiro, con una delibera che dà il via libera al settore per predisporre un piano di studio e di revisione del Puc. Con la revisione i 119 beni identitari individuati non saranno sottoposti a una disciplina di tipo urbanistico-edilizia, ma solo a vincoli paesaggistici; sarà quindi possibile effettuare interventi edilizi e urbanistici, ma solo dopo avere ottenuto la necessaria autorizzazione paesaggistica.

E l’elenco dei siti da sbloccare potrebbe essere molto più lungo. Nel Puc infatti oltre ai 200 beni elencati nel Mosaico regionale, sono stati aggiunti altri 273 siti presenti sul territorio comunale, che ora dovranno essere verificati. Dal Puc scomparirà anche il “Centro matrice proposto”, che, come spiegato nella delibera della Giunta, «non costituisce realmente la matrice di sviluppo dei centri di antica e prima formazione», e , «sotto il profilo della disciplina attuativa, il concetto di “centro matrice proposto” incide significativamente sulle modalità di attuazione delle zone B, prevedendo regimi differenziati e del tutto incongruenti tra di loro a seconda che i beni ricadano dentro o fuori di tale perimetro», è scritto nel documento. «Quando è stato predisposto il Puc ci si trovava in un momento storico e politico diverso per quanto riguarda l’urbanistica e le disposizioni che ora andremo a modificare hanno consentito di salvaguardare delle aree che effettivamente potevano essere a rischio», spiega l’assessore Carbini. «Adesso ci siamo resi cono che, nell’interesse dei cittadini, il Puc può essere modificato, ma siti con reale valore storico e architettonico resteranno tutelati. Nelle zone B si potrà intervenire ma con lo strumento dei piani particolareggiati, proprio a salvaguardia dei beni che hanno una determinata valenza».

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