La Nuova Sardegna

Sassari

Apparecchio fuori servizio e la visita slitta a dicembre 2016

di Gabriella Grimaldi
Apparecchio fuori servizio e la visita slitta a dicembre 2016

L’incredibile vicenda raccontata da una paziente in cura per glaucoma nella clinica Oculistica dell’Aou In base all’esito del controllo, prenotato 6 mesi fa, la donna avrebbe potuto interrompere la terapia

15 dicembre 2015
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SASSARI. Si era presentata puntuale il 7 dicembre alle cliniche universitarie per sottoporsi a una visita oculistica prenotata sei mesi prima, campo visivo si chiama, ma gli operatori le avevano comunicato che il macchinario purtroppo proprio in quei giorni era fuori servizio. La signora dunque ha dovuto prendere un nuovo appuntamento chiamando il Cup, come le hanno consigliato gli infermieri della clinica. «Mi ha risposto un ragazzo gentilissimo e mi ha detto: il primo posto disponibile è il 19 dicembre - racconta ancora sotto choc - e io ho detto, bene aspetterò qualche giorno... Ma lui ha continuato: del 2016 signora, dicembre del 2016».

In un primo momento ha pensato di non aver capito ma poi si è dovuta arrendere all’evidenza. E ha ritenuto di raccontare un’esperienza che ha dell’incredibile. «Il mio oculista mi aveva prescritto già sei mesi fa due controlli da effettuare entrambi a dicembre perché soffro da tempo di glaucoma- dice la donna -. La speranza era che da questo controllo incrociato, se tutto andava bene, venisse fuori la possibilità di sospendere la terapia che sto facendo da tre anni. Una grande speranza, quindi». Che si è frantumata nel momento in cui la signora ha capito che si dovrà presentare allo specialista con uno solo dei due esami prescritti: la terapia dunque proseguirà a meno che la paziente non decida di sottoporsi all’esame in privato pagando, non si sa quanto, e se questa soluzione sia praticabile. Insomma, un disagio enorme, considerato che con una pensione di 600 euro per l’intero nucleo familiare sarà alquanto improbabile che la donna possa permettersi il controllo a pagamento. «Sono rimasta malissimo, già questi 157 giorni che erano trascorsi da luglio a oggi mi erano sembrati tantissimi ma addirittura che passasse in tutto un anno e mezzo non me lo sarei mai aspettato.

Un nuovo episodio di disagio dunque a breve distanza da quello segnalato alcuni mesi fa quando un paziente con una scheggia nell’occhio si era presentato a quello che pensava fosse il pronto soccorso oculistico delle cliniche universitarie, nella cosiddetta stecca bianca. Non solo aveva scoperto che il pronto soccorso in realtà non esiste ma che, in mancanza di una richiesta del medico di base, doveva prima passare per il pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata, farsi fare un foglio di urgenza, pagare il ticket e poi tornare alle cliniche dove avrebbe pagato un secondo ticket per essere visitato “d’urgenza” dai medici della clinica oculistica.

C’è solo da sperare che l’incorporazione del Civile nell’azienda universitaria possa portare finalmente un po’ di logica nell’organizzazione del lavoro.

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