La Nuova Sardegna

Sassari

Giubileo, lettera del vescovo ai giovani

Giubileo, lettera del vescovo ai giovani

Monsignor Corrado Melis ha deciso di scrivere ai ragazzi in occasione dell’apertura della Porta Santa

15 dicembre 2015
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OZIERI. Una grande folla di fedeli provenienti da ogni centro della diocesi ha preso parte domenica pomeriggio alla cerimonia per l’apertura della Porta santa, simbolo dell’inizio del Giubileo, presieduta dal vescovo monsignor Corrado Melis. Un’occasione di preghiera e di comunità, che ha portato la Cattedrale di Ozieri (e la chiesa di san Francesco dove c’è stata la lettura della bolla di indizione) al centro del mondo cattolico e nella quale il vescovo ha voluto coinvolgere soprattutto i giovani. A loro è stata rivolta, e consegnata personalmente a quanti erano presenti, una lettera nella quale il prelato si presenta, parla di sé e della sua gioventù, della sua vocazione e, soprattutto, della gioia di vivere nella fede. Ed è questo l’invito che il prelato rivolge ai ragazzi: non smettere mai di cercare la felicità in Cristo, nella parrocchia, nella vera amicizia; di vivere la comunità con gioia e confrontarsi con gli altri ragazzi, con le persone più grandi, con i sacerdoti e con lui stesso, per «fare due passi insieme». «Questa Chiesa, questo vescovo – scrive monsignor Melis – con sincerità ti dicono che hanno bisogno di te. Hanno bisogno di giovani che scelgono di impegnarsi a farla vivere. Te la senti – è la domanda – di venire anche tu a costruire questa Chiesa? Mentre ti faccio questa proposta so di offrirti la possibilità di fare più bella e più vera la tua vita: le tue risorse e le tue aspirazioni troveranno spazio per esprimersi ed espandersi. E sarà meraviglioso essere Chiesa insieme». Usa parole semplici, monsignor Melis, e parla di gioia e di libertà, di amicizia e di comunità dove tutte le persone sono uguali. «Sappi – scrive il prelato ribadendo l’invito a entrare nella Chiesa – che troverai non degli altezzosi possidenti di Dio, ma cercatori di Lui e degli insaziabili ricercatori di tanti fratelli, uno dei quali sei tu». (b.m.)

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