La Nuova Sardegna

Sassari

Siligo, un no compatto alle cave

di Paoletta Farina ; di Paoletta Farina
Siligo, un no compatto alle cave

Approvata in Consiglio una variante al Puc che cancella 130 ettari destinati all’attività estrattiva

29 dicembre 2015
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SASSARI. Siligo dice no alle cave. Con una variante votata all’unanimità nei giorni scorsi, il consiglio comunale ha cancellato dal Puc 130 ettari destinati all’attività estrattiva. Una svolta annunciata di recente dal sindaco Mario Sassu e che si è concretizzata con l’accordo di tutti nell’aula consiliare. Le profonde ferite che segnano il territorio del paese dove è nato Gavino Ledda e contro le quali l’autore di “Padre padrone” si è battuto con forza, potranno pian piano rimarginarsi. «Siamo contrari allo sfruttamento del suolo e vogliamo bloccare ogni possibile speculazione sulle nostre terre – commenta il sindaco Sassu –. La variante approvata ci mette al riparo da questo, riducendo a una piccola porzione l’attività di estrazione delle sabbie silicee che hanno tanto fatto gola in passato».

La delibera. La delibera di variante adottata il 15 dicembre scorso prevede di cancellare interamente l’area di cava nella località Pesi, al confine tra il territorio di Siligo con Banari, e contestualmente di ridurre l’estrazione delle preziose sabbie utilizzata nell’industria ceramica a Pischina Niedda-Padronos al solo perimetro di sei ettari a Monte Unturzu, in una cava già esistente, per la quale la società proprietaria Sacit srl ha ottenuto una concessione per i prossimi dieci anni in cambio del risanamento ambientale. Per comprendere meglio, il piano regolatore esistente consentiva fino a pochi giorni fa di azionare le ruspe in 40 ettari a Pesi e in 98 a Pischina Niedda-Padronos. Un bel “taglio” alle mire, sempre in agguato, di sfruttamento di zone belle e suggestive che hanno ottenuto una ribalta mondiale proprio grazie al romanzo di Gavino Ledda.

L’iter. La variante approvata in Consiglio ora dovrà essere trasmessa all’assessorato regionale all’Urbanistica per la verifica di coerenza con il piano paesaggistico affinchè l’atto possa essere in seguito approvato e recepito nello strumento pianificatorio regionale . «Il nostro è stato un atto politico di cui si dovrà tenere conto – afferma il sindaco di Siligo–. I Comuni, nella pianificazione, hanno la libertà di esprimere un proprio indirizzo. Quei terreni rappresentano un patrimonio da tutelare e ribadisco di essere d’accordo con quanto Gavino Ledda ha più volte sostenuto, e cioè che dal nostro paese si debba estrarre cultura e non sabbie».

La storia. Il problema cave era da tempo all’attenzione dell’amministrazione comunale. E tornata di attualità dopo la richiesta da parte della Sacit di continuare a sfruttare la cava che era stata dismessa negli anni Novanta. Richiesta inoltrata alla Regione e oggetto di una conferenza di servizi lo scorso 16 novembre. Una riunione tecnica alla quale era stata invitata a partecipare la cittadinanza perché potesse epsrimere suggerimenti e osservazioni. Tra gli “invitatati” anche Gavino Ledda che, prima dubbioso, si era poi convinto che il progetto andava in una direzione non mortificante per le terre dove era cresciuto. Il progetto infatti prevede che l’attività di scavo vada di pari passi con il recupero e la messa in sicurezza della zona.

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