La Nuova Sardegna

Sassari

Da Viddalba parte la battaglia per l’uso delle acque termali

di Giulio Favini
Da Viddalba parte la battaglia per l’uso delle acque termali

Il Comune ha creato uno speciale assessorato guidato da Irene Spezzigu: «Vogliamo una svolta» A fine mese si terrà un vertice tra i sei Comuni sardi per spingere la Regione a dare le concessioni

09 gennaio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





VIDDALBA. Per dare maggiore impulso ed efficacia al raggiungimento degli obiettivi nel settore turistico e sanitario legato al sistema termalismo, a Viddalba è stato creato ex novo dall’amministrazione comunale un nuovo assessorato, quello allo “Sviluppo dei servizi Termali”. La carica è ricoperta dall’assessore Irene Spezzigu, che ha voluto fortemente questo assessorato e che è già presente in giunta con le deleghe assessoriali alla Cultura, alla Pubblica istruzione, e ai Servizi sociali. E un passo avanti è stato compiuto dal nuovo assessore. A fine mese è previsto un vertice a Viddalba tra tutti i sei comuni che fanno parte del sistema termale sardo (Benetutti, Santa Maria Coghinas, Sardara, Fordongianus, Viddalba e Bultei) per discutere le prossime azioni da compiere nei confronti della Regione, volte all’utilizzo delle acque termali non solo per fini turistico sanitari, ma anche per riscaldare le strutture pubbliche, come sta puntando a fare anche il comune di Fordongianus, che ha già avuto dai privati (che hanno in concessione la risorsa mineraria) l’utilizzo delle acque in esubero.

«Ho voluto questo assessorato – dichiara l’assessore Spezzigu – in primo luogo per cercare di dare una svolta a questa situazione di stasi che il nostro territorio vive da anni, in quanto a tutt’oggi nessun vantaggio è stato raggiunto in termini economici per le nostre comunità dopo l’apertura dello stabilimento termale di Casteldoria, poichè non abbiamo mai potuto utilizzare l’esubero delle acque a causa dell’inerzia della Provincia e della Regione».

«Ora non ci resta - continua Irene Spezzigu - che rivolgere le nostre istanze direttamente alla Regione, per chiedere una riperimetrazione dei 400 ettari interessati dalla concessione mineraria. Oppure se la Regione non accogliesse tale riperimetrazione ai fini di potere far utilizzare anche ai privati il suolo termale, almeno potrebbe concederci l’utilizzo delle acque in eccesso. Lo strumento per fare questo la Regione ce l’avrebbe e potrebbe farlo attraverso una parziale revoca della convenzione alla Provincia».

«In secondo luogo – spiega l’assessore Spezzigu – siamo pronti a presentare una richiesta indirizzata ai consiglieri regionali, tra i quali il consigliere Antonio Solinas che è vicepresidente della quinta commissione permanente agricoltura e ambiente, affinchè si studi una proposta di legge che vada ad abrogare il regio decreto del 1927 n 1443, sulle concessioni minerarie. Quest’ultimo prevede che le concessioni minerarie vengano ripartite in ettari e non in litri».

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative