La Nuova Sardegna

Sassari

Permessi minerari, manca il via libera della Soprintendenza

di Pietro Simula
Permessi minerari, manca il via libera della Soprintendenza

Ossi, prosegue l’iter della richiesta della Maffei Sarda Nella zona interessata si addensano ben 18 nuraghi

12 gennaio 2016
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OSSI. Dopo il consenso espresso in Consiglio comunale all’unanimità dei presenti (assente il gruppo “Insieme per Ossi”) il dibattito sulla richiesta da parte della Maffei Sarda Silicati dei permessi minerari denominati “Corte ’e Lottene” e “Calchinadas” prosegue sotto traccia, sul web e nelle discussioni private. Emerge in particolare che non sia stato di gradimento che la decisione sia stata presa, a differenza di altre circostanze (ultima una richiesta della Italcementi) senza il coinvolgimento della popolazione.

L’iter della pratica intanto prosegue nelle sedi opportune. Nel frattempo l’attenzione è particolarmente rivolta al parere della soprintendenza archeologica, che, diversamente da quanto sembra di capire dalla deliberazione del Consiglio, non si sarebbe ancora espressa definitivamente per il fatto che la documentazione da parte del Servizio Attività estrattive è arrivata all’Ente a dicembre, successivamente alla delibera citata. L’atteso parere potrebbe arrivare in questi giorni e sarà inviato all’assessorato regionale dell’Industria che lo ha richiesto. La nota della Soprintendenza, cui fa riferimento la delibera del Consiglio comunale di Ossi, rappresenterebbe una risposta interlocutoria ad una richiesta di informazioni del Servizio Tutela Paesaggistica circa la sussistenza, all’interno dell’area relativa al permesso denominato “Corte ’e Lottene”, di “tutele” sui nuraghi di Corte ’e Lottene, Formigiosu e Pascialzos, nonché di ulteriori due aree riportate nel Puc del Comune di Ossi.

Nella nota si faceva inoltre presente che “ulteriori valutazioni potranno essere integrate a seguito della ricezione della documentazione richiesta al Servizio Attività Estrattive”. Nessuna valutazione, invece, è stata espressa in tale circostanza circa il permesso denominato “Calchinadas”, in assenza della quale l’assemblea civica ha ritenuto di procedere ugualmente dando parere favorevole alla richiesta della Maffei, considerando la zona semplicemente agro e priva di vincoli di carattere storico-archeologico-paesaggistico.

Si è in grado di affermare comunque, come riferisce l’archeologa Pina Derudas, autrice del libro “L’archeologia nel territorio di Ossi”, che «nell’area direttamente interessata dalla richiesta di Costa ’e Lottene ricade una concentrazione significativa di monumenti di età nuragica: in circa 14 kmq si addensano ben 18 nuraghi». «Si tratta di un sistema insediativo intimamente connesso – spiega l’archeologa – che, anche salvando i singoli monumenti, perderebbe le trame se si sfibra il tessuto del territorio in cui i popoli vivevano». Per quanto riguarda il permesso denominato “Calchinadas”, informa ancora Pina Derudas, «oltre ad essere interessato ai limiti orientali dalla necropoli prenuragica di S’Isterridolzu, al limite nord conserva fenomeni insediativi di età romana a Su Montigheddu, mentre vi comprende il villaggio medioevale di Briave e altre emergenze più recenti quali “sas cattigheras” per la lavorazione dell’orbace. Una stratificazione storica del paesaggio, che finirebbe per essere compromessa per sempre».

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