La Nuova Sardegna

Sassari

«Intitoliamo una via ai martiri delle foibe»

«Intitoliamo una via ai martiri delle foibe»

OSILO. «Intitoliamo una strada o una piazza del Comune o dedichiamo una targa o un cippo commemorativo ai Martiri delle foibe». E’ la mozione presentata dal gruppo di minoranza “Osilo vive”, con la...

24 gennaio 2016
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OSILO. «Intitoliamo una strada o una piazza del Comune o dedichiamo una targa o un cippo commemorativo ai Martiri delle foibe». E’ la mozione presentata dal gruppo di minoranza “Osilo vive”, con la richiesta che il consiglio comunale impegni il sindaco e la giunta «ad intraprendere azioni finalizzate a conservare la memoria di quelle tragiche vicende, per troppo tempo rimosse o dimenticate». La mozione della minoranza ricorda che il giorno del ricordo è stato istituito con la legge n. 92 del 2004, e si celebra il 10 febbraio, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. «Alla fine della seconda guerra mondiale – ricorda la minoranza – mentre tutta l’Italia veniva liberata dall’occupazione nazista, a Trieste e nell’Istria (sino ad allora territorio italiano) si è vissuta una tragedia per mano dell’esercito del maresciallo Tito. Trecentocinquantamila italiani abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le loro case, gli amici e gli affetti, incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia di italiani – aggiunge la mozione della minoranza – insieme a gruppi di sloveni e croati persero la vita massacrati barbaramente e gettati vivi all’interno delle profonde cavità naturali del Carso (foibe) o nei campi di concentramento titini, colpevoli di essere italiani. La città di Trieste – conclude la minoranza – dopa aver subito più di un mese di occupazione jugoslava (periodo ricordato come “i quaranta giorni del terrore”), visse poi per nove anni sotto il controllo di un governo alleato, in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte, e solo nell’ottobre del ’54 l’Italia prese il controllo di Trieste, lasciando l’Istria alla Jugoslavia, così come poi reso definitivo dal trattato di Osimo del 1975». (m.b.)

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