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Sassari

Sassari, l’acqua contro la siccità è a Bunnari

Sassari, l’acqua contro la siccità è a Bunnari

La commissione Lavori pubblici chiede alla giunta il rinvaso dei due bacini: sarebbero disponibili 1,7 milioni di metri cubi

01 febbraio 2016
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SASSARI. La città potrebbe avere a disposizione 1 milione 700mila metri cubi di acqua rinvasando le due dighe del Bunnari di cui il Comune è concessionario e rimettendo in moto il sistema dell’ex acquedotto di viale Adua. Un tesoro, in tempi in cui si annunciano restrizioni a causa della siccità, e un’alternativa alle continue interruzioni idriche assolutamente da sfruttare. Perciò la commissione consiliare Lavori pubblici, presieduta da Francesco Era, ha chiesto all’unanimità all’amministrazione guidata da Nicola Sanna di attivare tutte le procedure necessarie a riportare l’acqua nei due bacini, inutilizzati da anni per motivi di sicurezza, ma vicino ai quali è nato un parco che è privo della sua componente più importante: e cioè l’acqua.

Nei giorni scorsi la commissione comunale con l’assessore Ottavio Sanna e due tecnici ha compiuto un sopralluogo a Bunnari per verificare lo stato degli invasi. Sotto l’amministrazione Ganau, assessore ai Lavori pubblici Salvatore Demontis, erano stati eseguiti lavori per la messa in sicurezza e il rinvaso della diga di Bunnari alto (costruita nel 1932), ormai ultimati. Dall’ispezione compiuta dalla commissione è emerso, secondo quanto ha riferito l’ingegner Antonio Porcheddu, che di quei lavori era il direttore, che l’impianto è in sicurezza e a norma e può quindi essere utilizzato come risorsa idrica. Bunnari alto può contenere 1 milione 200mila metri cubi di acqua. Un grande serbatoio che potrebbe servire gran parte della città, come avveniva in passato, e che potrebbe essere anche immediatamente messa in rete. E’ anche emerso, durante il sopralluogo, che per il rinvaso occorre avere il benestare del Registro italiano dighe, che a sua volta potrebbe richiedere un Piano di gestione. Non è nemmeno detto che ciò si verifichi. Ma i tecnici presenti – oltre a Porcheddu anche l’ingegner Silvestro Virdis, responsabile del procedimento – hanno riferito che il Piano di gestione sarebbe necessario nel momento in cui (compiuto il rinvaso di Bunnari alto), l’acqua eventualmente di sfioro confluisse nell’’invaso della diga a valle. Sul più antico bacino del sistema, visto che è stata realizzata nel 1878, invece non sono mai stati effettuati lavori di messa in sicurezza, a questo punto necessari per precauzione. Anche questa diga assicurerebbe una importante riserva alla città, visto che la sua capacità è di 457mila metri cubi.

Di conseguenza la commissione ai Lavori pubblici chiede all’amministrazione di inserire tutti i progetti e lavori necessari nel programma triennale delle opere pubbliche 2014-2020 per reperire fondi Ue e finanziamenti regionali. E allo stesso tempo sollecita a predisporre il piano di gestione e richiedere l’ok al Registro italiano dighe. Non c’è tempo da perdere. Il nuovo sistema computerizzato acquistato per Bunnari alto rischia di arrugginirsi e la penuria d’acqua è alle porte. (p.f.)

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