La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio di Martis, il Ris a caccia di tracce

di Nadia Cossu
Omicidio di Martis, il Ris a caccia di tracce

Vestiti e bastone all’esame dei carabinieri del reparto investigazioni scientifiche In carcere per il delitto di Valentino Saba c’è il reo confesso Gavino Addis

13 febbraio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





MARTIS. La prossima settimana sarà affidato ai carabinieri del Ris l’incarico per la ricerca di tracce biologiche e quindi «l’estrazione e tipizzazione del Dna» su oggetti e indumenti sequestrati all’indomani dell’omicidio di Valentino Saba, l’allevatore di 64 anni ucciso a bastonate lo scorso 2 dicembre nelle campagne di Martis. Un provvedimento richiesto dal pm Corinna Carrara titolare delle indagini.

Per quel delitto, in carcere c’è già un colpevole reo confesso: è Gavino Addis, 52 anni, “rivale” storico della vittima per vecchie questioni. La sua versione iniziale – «ho sorpreso Saba di notte nella mia azienda vicino alle pecore, aveva un bastone e l’ho disarmato e colpito per dargli una punizione» – non ha convinto del tutto gli inquirenti che probabilmente sospettano che all’aggressione (mortale) abbiano partecipato anche altre persone.

Lo scorso 30 dicembre il pm aveva incaricato i tecnici di esaminare il fuoristrada Mitsubishi di proprietà di Addis. Secondo la Procura, il racconto fornito dall’arrestato non sarebbe attendibile. E anche l’autopsia (la relazione del medico legale non è stata però ancora depositata) avrebbe aggiunto dubbi alla sua versione dei fatti: l’esame necroscopico avrebbe infatti evidenziato che la vittima è stata colpita numerose volte e ha riportato fratture e lesioni in diverse parti del corpo. Un accanimento evidente, quindi, che ha rafforzato il sospetto che Valentino Saba possa essere stato affrontato da più persone e che quindi il delitto non sia stato commesso per legittima difesa. Addis (assistito dall’avvocato Gianmario Fois) aveva raccontato agli investigatori di aver sorpreso la vittima nel suo podere e di averlo disarmato del bastone. Quindi lo avrebbe colpito più volte (per sua stessa ammissione) per difendersi. Il problema è che l’omicida non ha riportato neppure un graffio e il bastone consegnato spontaneamente non sarebbe compatibile con le lesioni mortali rilevate sul corpo della vittima. I Ris dovranno esaminare, tra le altre cose, anche le tracce presenti su quel bastone. Il sospetto, quindi, è che l’arma del delitto possa essere un’altra che qualcuno avrebbe fatto sparire prima dell’arrivo dei soccorsi (chiamati dallo stesso Addis) e dei carabinieri. Ma all’esame degli inquirenti ci sarebbero anche i tabulati telefonici ed è stato affidato a un perito fonico l’incarico di trascrivere le comunicazioni e il traffico telefonico di Addis e di Saba per verificare quali siano stati gli ultimi contatti di entrambi nei giorni e negli attimi precedenti l’omicidio.

Il legale dell’arrestato e l’avvocato Giuseppe Onorato che tutela invece la famiglia della vittima nomineranno propri consulenti.

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative