Omicidio di Martis, il Ris a caccia di tracce
Vestiti e bastone all’esame dei carabinieri del reparto investigazioni scientifiche In carcere per il delitto di Valentino Saba c’è il reo confesso Gavino Addis
MARTIS. La prossima settimana sarà affidato ai carabinieri del Ris l’incarico per la ricerca di tracce biologiche e quindi «l’estrazione e tipizzazione del Dna» su oggetti e indumenti sequestrati all’indomani dell’omicidio di Valentino Saba, l’allevatore di 64 anni ucciso a bastonate lo scorso 2 dicembre nelle campagne di Martis. Un provvedimento richiesto dal pm Corinna Carrara titolare delle indagini.
Per quel delitto, in carcere c’è già un colpevole reo confesso: è Gavino Addis, 52 anni, “rivale” storico della vittima per vecchie questioni. La sua versione iniziale – «ho sorpreso Saba di notte nella mia azienda vicino alle pecore, aveva un bastone e l’ho disarmato e colpito per dargli una punizione» – non ha convinto del tutto gli inquirenti che probabilmente sospettano che all’aggressione (mortale) abbiano partecipato anche altre persone.
Lo scorso 30 dicembre il pm aveva incaricato i tecnici di esaminare il fuoristrada Mitsubishi di proprietà di Addis. Secondo la Procura, il racconto fornito dall’arrestato non sarebbe attendibile. E anche l’autopsia (la relazione del medico legale non è stata però ancora depositata) avrebbe aggiunto dubbi alla sua versione dei fatti: l’esame necroscopico avrebbe infatti evidenziato che la vittima è stata colpita numerose volte e ha riportato fratture e lesioni in diverse parti del corpo. Un accanimento evidente, quindi, che ha rafforzato il sospetto che Valentino Saba possa essere stato affrontato da più persone e che quindi il delitto non sia stato commesso per legittima difesa. Addis (assistito dall’avvocato Gianmario Fois) aveva raccontato agli investigatori di aver sorpreso la vittima nel suo podere e di averlo disarmato del bastone. Quindi lo avrebbe colpito più volte (per sua stessa ammissione) per difendersi. Il problema è che l’omicida non ha riportato neppure un graffio e il bastone consegnato spontaneamente non sarebbe compatibile con le lesioni mortali rilevate sul corpo della vittima. I Ris dovranno esaminare, tra le altre cose, anche le tracce presenti su quel bastone. Il sospetto, quindi, è che l’arma del delitto possa essere un’altra che qualcuno avrebbe fatto sparire prima dell’arrivo dei soccorsi (chiamati dallo stesso Addis) e dei carabinieri. Ma all’esame degli inquirenti ci sarebbero anche i tabulati telefonici ed è stato affidato a un perito fonico l’incarico di trascrivere le comunicazioni e il traffico telefonico di Addis e di Saba per verificare quali siano stati gli ultimi contatti di entrambi nei giorni e negli attimi precedenti l’omicidio.
Il legale dell’arrestato e l’avvocato Giuseppe Onorato che tutela invece la famiglia della vittima nomineranno propri consulenti.