La Nuova Sardegna

PLOAGHE. Il commissario straordinario della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe Francesco Bomboi replica, con una nota, alle accuse dei rappresentanti sindacali della struttura sanitaria ploaghese che si erano detti amareggiati per essere stati ignorati nel corso della sua ultima visita. «Voglio precisare fin da subito - scrive Bomboi - che non ho affatto programmato alcun incontro con i dirigenti e il sindaco del paese per la giornata di giovedì scorso, quando sono andato nella sede della San Giovanni Battista né ho inteso ignorare in alcun modo le rappresentanze sindacali. Molto più banalmente, avendo in tale giorno terminato ad ora congrua l’attività riabilitativa in una struttura sanitaria di Sassari cui devo sottopormi in conseguenza dei recenti problemi di salute, sulla via del ritorno ho ritenuto di dover mi recare in Fondazione per un saluto ai colleghi. Nell’occasione ho chiamato il sindaco per uno scambio di idee in ordine ad un incontro in programma con i funzionari dell’assessorato regionale della Sanità, in settimana. In tale prospettiva ho chiesto altresì agli uffici di convocare nel più breve tempo possibile le organizzazioni sindacali per informarle in ordine alla situazione. Pertanto non esiste, ne è mai esistita, da parte mia - prosegue Bomboi - l’intenzione di “snobbare” le organizzazioni sindacali riguardo al destino della Fondazione, semmai l’esigenza di dare un’informazione compiuta proprio a seguito dell’incontro convocato dall’assessorato regionale alla Sanità. Peraltro, preme evidenziare che ancorché mi sia dovuto assentare dalla struttura da metà del mese di dicembre per motivi di salute, fin dal mese di gennaio, nonostante sia stato impossibilitato a recarmi a Ploaghe, ho comunque operato per la Fondazione attraverso incontri a Nuoro con i dirigenti della struttura e con i funzionari regionali dell'assessorato alla Sanità, incontri che hanno visto coinvolto anche il sindaco di Ploaghe. Da ciò si evince che è assolutamente infondato e pretestuoso parlare di una mia assenza dalla struttura per tre mesi». Bomboi respinge anche le accuse di un atteggiamento di disinteresse e disprezzo nei confronti dei lavoratori desumibile dal comportamento che avrebbe tenuto in particolare nei riguardi della dipendente Monica Mei «la quale - scrive il commissario - ancorché incatenata in segno di protesta presso la direzione della Fondazione, sarebbe stata da me “ignorata”. Posso affermare infatti, senza tema di smentita, di aver parlato telefonicamente con la signora Mei quando la stessa ha avviato la sua protesta e di averla successivamente incontrata nella giornata di giovedì 13 febbraio, trattenendomi serenamente a colloquio con lei sulle prospettive della Fondazione». Particolare questo confermato successivamente dalla stessa signora Mei che domenica, dopo 5 giorni, ha messo fine alla sua protesta.