La Nuova Sardegna

Sassari

Gruppi 1 e 2 giù con l’esplosivo?

di Gianni Bazzoni
Gruppi 1 e 2 giù con l’esplosivo?

Fiume Santo, i nuovi proprietari vorrebbero cambiare il metodo per la demolizione degli impianti

04 marzo 2016
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PORTO TORRES. La procura della Repubblica di Sassari ha dissequestrato a fine gennaio i gruppi 1 e 2 dell’impianto energetico di Fiume Santo, anche se ha mantenuto i vincoli sui terreni attorno ai serbatoi nei quali si era verifica lo sversamento di olio combustibile. L’iniziativa della Procura era stata adottata anche per consentire ai nuovi proprietari della centrale, i cechi della società Eph - che hanno rilevato il polo di produzione energetica dalla multinazionale E.On - di procedere con la demolizione dei vecchi gruppi (fermi ormai dai primi mesi del 2014) e con le relative bonifiche.

L’operazione, in realtà, non è ancora partita e questo nonostante siano state rilasciate tutte le autorizzazioni necessarie.

Si registra un grave ritardo e ad allarmare il territorio sono alcune indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi dagli ambienti della centrale di Fiume Santo. Sembrerebbe, infatti, che i nuovi proprietari dell’impianto energetico siano intenzionati a rivalutare le modalità dell’intervento di demolizione dei gruppi 1 e 2. In sostanza, l’ipotesi presa in esame sarebbe quella di passare da una demolizione controllata (e già autorizzata dagli enti competenti) a un “abbattimento” con l’impiego di esplosivi.

Un fatto grave, al quale si aggiunge anche un’altra preoccupazione: Eph starebbe valutando anche la possibilità di rescindere il contratto per le demolizioni che era già stato affidato a una Associazione temporanea di imprese (anche locali) per trasferire l’incarico a una sua società controllata (Ave).

Se la notizia che circola con insistenza dovesse essere confermata, per il territorio si tratterebbe dell’ennesima beffa, perché ancora una volta si ricomincia una procedura dall’inizio e, soprattutto, si taglierebbero fuori imprese locali che già hanno atteso un lungo periodo per poter cominciare con i lavori.

L’altro aspetto serio è legato all’uso di esplosivi in un’area Sic (Sito di interesse comunitario), tanto che per interventi così invasivi è necessaria un’altra Valutazione di impatto ambientale regionale oltre ai relativi nulla osta ministeriali.

C’è poi il fattore sicurezza, che non è mai secondario quando si opera in simili contesti. Proprio di recente, in Inghilterra, durante la fase di preparazione di una demolizione con esplosivo della centrale elettrica di Didcot, si è verificato un incidente che ha causato diversi morti e feriti gravi.

Operare con gli esplosivi in impianti industriali, tra l’altro in aree inquinate e da sottoporre a bonifiche, è sempre un grosso rischio e l’intervento richiede una alta specializzazione delle maestranze impiegate oltre a un elevato livello di vigilanza da parte degli organismi di controllo.

L’indiscrezione sul cambio di strategia per le demolizioni dei vecchi gruppi (passando da una attività tradizionale controllata a un sistema più sbrigativo e con iter autorizzativo ancora da avviare) si aggiunge al silenzio sugli investimenti che erano previsti nel polo energetico di Fiume santo e dei quali nessuno parla più da diversi mesi.

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