La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, ferì la ragazza con la fiocina: condannato a cinque anni

di Luca Fiori
Sassari, ferì la ragazza con la fiocina: condannato a cinque anni

Lorenzo Fiori era stato arrestato a maggio del 2015 dagli agenti della Mobile Il gup non ha tenuto conto delle dichiarazioni della vittima che lo ha discolpato

16 marzo 2016
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SASSARI. Cinque anni di carcere per aver ferito al volto la convivente con la fiocina di un fucile da sub, in circostanze rimaste ancora poco chiare a dieci mesi di distanza dai fatti. Per il giudice delle udienze preliminari Carmela Rita Serra non ci sono dubbi: Lorenzo Fiori, sassarese di 21 anni, il 13 maggio dello scorso anno - dopo una lite nell’appartamento di via Pietro Micca - sparò volontariamente un colpo di fucile subacqueo contro la ragazza, di tre anni più grande, facendola finire al pronto soccorso. Il giovane, arrestato poco dopo dagli agenti della Mobile, era accusato di tentato omicidio, nonostante la convivente avesse parlato fin da subito di un incidente.

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Tesi che non aveva convinto gli inquirenti e tantomeno il pubblico ministero Cristina Carunchio che durante il processo, celebrato con il rito abbreviato, ha sollecitato una condanna a nove anni di reclusione. Sentenza contro la quale il difensore di Lorenzo Fiori, l’avvocato Gabriela Pinna Nossai, ha già annunciato che ricorrerà in appello. «Attenderemo novanta giorni per il deposito delle motivazioni - spiega il legale - e poi presenteremo il ricorso. In questa storia c’è qualcosa che non quadra - aggiunge l’avvocato - esiste agli atti del processo la trascrizione di un’intercettazione dalla quale si capisce chiaramente che l’imputato e la convivente non stavano affatto litigando e che quello che è accaduto all’interno dell’appartamento è stato un incidente».

Lorenzo Fiori in quei giorni era effettivamente sotto indagine per l’inchiesta sul pestaggio di un portapizze massacrato il 26 marzo dello scorso anno con un mazza da baseball. Il suo cellulare era sotto controllo e la mattina del 13 maggio registrò tutto quello che avvenne in via Pietro Micca. E quella registrazione, trascritta e finita nel fascicolo del processo, racconterebbe un’altra storia. Diversa da quella che avevano raccontato i vicini di casa subito dopo i fatti. I vicini avevano riferito di aver sentito Lorenzo Fiori minacciare la compagna gridandole: «Dammi i soldi, o ti ammazzo». Poi avevano sentito le urla disperate della giovane quando la punta della fiocina era penetrata per una decina di centimetri, perforandole il naso e arrestandosi sull'ossatura facciale e sui muscoli della mandibola. «È stato un incidente - aveva detto la giovane agli inquirenti - ho provato a caricare il fucile, ma non sono riuscita a spingere l'asta sino al punto di innesto. Così improvvisamente mi è sfuggita, e l'arpione ha prima colpito la parete e poi di rimbalzo mi è finito contro la faccia». Un versione che non aveva convinto nessuno e per Lorenzo Fiori erano scattate le manette.

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