La Nuova Sardegna

Sassari

Sgarbi davanti al gup di Sassari, imputato per diffamazione con Sallusti

Nadia Cossu
Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Sul Giornale definì Caselli «un magistrato ideologico e orientato»: ne risponderà nel tribunale cittadino perché il “luogo di fine stampa” del quotidiano è a Predda Niedda

20 marzo 2016
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SASSARI. «Procura che vai, diritto incerto che trovi”. È il titolo dell’articolo pubblicato il 6 dicembre del 2012 dal quotidiano Il Giornale del direttore Alessandro Sallusti. Un “pezzo” a firma di Vittorio Sgarbi che aveva come oggetto il procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli. Parole forti che sono costate al critico d’arte una denuncia per diffamazione che lo porterà il prossimo 31 marzo davanti al giudice dell’udienza preliminare di Sassari. È competente il tribunale cittadino perché il “luogo di fine stampa” del quotidiano Il Giornale è stato individuato nelle rotative di Predda Niedda. La richiesta di rinvio a giudizio per Sgarbi e Sallusti porta la firma del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu.

In particolare in quell’articolo il critico d’arte avrebbe, secondo l’accusa, offeso la reputazione del procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli affermando che la Procura di Palermo “come ai tempi di Caselli, appare come un organo separato dallo Stato che, in nome di una purezza, prima ideologica che giuridica, rivela una intransigenza inquisitoria che spesso è estranea all’equilibrio che si chiede a chi giudica”, disattendendo “il rispetto della verità e il riscontro delle prove”, definendo Caselli “un magistrato ideologico e orientato”, “le cui inchieste sono spesso state un fallimento, ma hanno fortemente contribuito a infangare lo Stato” sostenendo infine che “lo Stato non può avere come rappresentante della Giustizia nemici dello Stato”. «Riferendo pertanto – aggiunge il pm – notizie false e indicandolo come magistrato gravemente scorretto».

Imputato nel medesimo procedimento il direttore del Giornale Alessandro Sallusti perché come direttore responsabile ometteva di esercitare il controllo necessario a impedire che con quell’articolo si diffamasse il magistrato.

Nell’udienza del 31 il giudice deciderà se rinviarli o meno a giudizio.

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