La Nuova Sardegna

Sassari

Versalis, Pigliaru: «Datemi 30 giorni»

di Salvatore Santoni
Versalis, Pigliaru: «Datemi 30 giorni»

Incontro del Governatore con una delegazione di lavoratori e sindacalisti. Tre punti per chiudere il confronto con Eni

22 marzo 2016
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SENNORI. Non a Cagliari, non a Porto Torres, bensì a Sennori. Il primo vero confronto sul destino del petrolchimico è avvenuto in campo neutro. Ieri una trentina di lavoratori di Matrìca, Versalis e Syndial in rappresentanza di circa 450 colleghi hanno incontrato il presidente Francesco Pigliaru per chiedere risposte sui loro destini e su quello della chimica verde (dopo l'annuncio di Eni sulla cessione di Versalis). Il governatore ha spiegato la strategia della Regione chiedendo «trenta giorni di pazienza e fiducia».

L'approccio. I lavoratori venerdì scorso erano a Cagliari per protestare contro la vendita di Versalis da parte dell'Eni, cosa che fa traballare gli impegni per la chimica verde sottoscritti nel 2011. Ma il presidente era già in Tunisia per alcuni incontri istituzionali: una circostanza che ha suscitato le critiche dei lavoratori. E infatti, nel confronto di ieri a Sennori con i sindacati il presidente ha messo subito le cose in chiaro: «Chi di voi ha dichiarato che da parte mia c'è distrazione rispetto alla questione sta sbagliando. E vedere vostre dichiarazioni sui giornali sgradevolissime nei miei confronti non aiuta a risolvere i problemi. Non ho risposto alle provocazioni ma la prossima volta picchio duro, la lealtà è lealtà».

Chimica verde. I sindacalisti Massimiliano Ganau (Femca Cisl), Enrico Pescio (Filctem Cgil) e Giovanni Tavera (Uiltec Uil) hanno chiesto a Francesco Pigliaru di lanciare un segnale. «La Regione potrebbe fare tanto mettendo a disposizione alcuni terreni per avviare la coltivazione del cardo». Ma le vere risposte che servono sono quelle che ancora non arrivano. La preoccupazione dei lavoratori è che la vertenza Versalis sia arrivata al traguardo con l'acquisizione da parte di un soggetto non affidabile (Sk Capital, ndc) e che questo possa far colare a picco anche le ambizioni di Matrìca.

«A oggi il progetto non regge, dice Tavera . Questa vertenza si chiude a breve e il pericolo è che nel giro di qualche anno sparisca il settore chimico di Porto Torres». Preoccupazione condivisa dal governatore: «Sull'obiettivo siamo d'accordo, a me non importa nulla se l'Eni perde 7 miliardi nella chimica. A me interessa Matrìca perché questa Regione deve cambiare, il passato ci massacra. Per me l'obiettivo è che l'Eni sia garante di una prospettiva nelle dimensioni e nei tempi stabiliti».

I tre punti. Il governatore è al lavoro per mettere in sicurezza la prospettiva della chimica verde. Come? La strategia di Pigliaru verte su tre punti. Il primo: «La chimica verde è strategica? Il governo dice di sì, ma vende». Secondo: «Con molta freddezza – continua Pigliaru – bisogna dire che la chimica verde ha necessità di un appoggio normativo. La Regione fa la sua parte, e dovrebbe farla anche il governo». Terzo punto: «Prima di fare degli utili passerà del tempo. Molti tentativi andranno in porto, altri no. E c'è da fare anche ricerca. Ecco quindi che serve un partner industriale che sappia attendere: in questo ruolo vedo Eni». Un impegno, quello dell'Eni, che il governatore auspica almeno in un primo momento, per far rispettare i patti e poi eventualmente uscire dalla partita dopo che il sistema andrà a regime (per esempio dopo 5 anni).

Trenta giorni. È la misura della pazienza che il governatore chiede ai lavoratori. Entro un mese, a Roma si dovrebbero scoprire tutte le carte. A quel punto, se la strategia dei tre punti dovesse funzionare «andremo al tavolo con Descalzi (l'ad dell'Eni)», ha assicurato Pigliaru ai lavoratori.

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