La Nuova Sardegna

Sassari

Il “metodo” spietato per truccare le aste

di Luca Fiori
Il “metodo” spietato per truccare le aste

Il capo, i suoi aiutanti, i finanziatori: l’ordinanza del gip svela tutti i personaggi coinvolti nell’associazione di Mantellini

15 aprile 2016
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SASSARI. «Signora deve accelerare per l’acquisto della casa, altrimenti le fanno la procedura per lo sgombero forzato. A me il giudice l’autorizzazione per lo sgombero me la firma immediatamente, suo marito verrà caricato su una ambulanza e la casa la libereremo con i carabinieri». Frasi che seminavano il terrore. Parlavano così - in maniera spietata - gli indagati dell’inchiesta della Procura sulle aste giudiziarie truccate. L’intercettazione, contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare, racconta meglio di tante parole il clima e il “sistema”.

Tredici gli indagati per un’inchiesta durata quattro anni e che ha scoperchiato un sistema truccato per aggiudicarsi gli immobili.

Giocavano sempre d’anticipo gli indagati, compravano al ribasso e ripiazzavano nel mercato appartamenti e locali a prezzo rigonfiato, speculando sulla differenza. Agivano come una società in cui ognuno aveva il suo ruolo ben preciso, con un vantaggio non da poco: potevano contare sulle informazioni riservate dell’Istituto vendite giudiziarie. Segreti grazie ai quali traevano in inganno il giudice dell’esecuzione, riuscendo ad acquistare immobili messi in vendita al Tribunale, che venivano aggiudicati a costi fortemente ribassati rispetto alla base d’asta e che venivano poi rivenduti a terzi inconsapevoli, naturalmente a prezzo di mercato.

Le accuse. Era una vera e propria associazione a delinquere - secondo gli inquirenti - quella smantellata i giorni scorsi dall’inchiesta della Procura della Repubblica, coordinata dal pm Giovanni Porcheddu. Il personaggio chiave - secondo le accuse della magistratura - era Mirko Mantellini, 39 anni sassarese, dipendente dell’Istituto vendite giudiziarie. Era lui, secondo gli investigatori, che grazie al suo ruolo poteva fornire ai complici informazioni utili per assicurarsi appartamenti e capannoni dalle aste giudiziarie per poi rivenderli a prezzi maggiorati. E a rivenderli - secondo quanto riportato nelle 93 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Michele Contini - ci pensavano i suoi “soci” Pierluigi Figheri, 39, amministratore dell’agenzia «Reale Immobiliare» di Sassari e Roberto Pintus, 40, titolare della ditta individuale «P.R. Edil» e dell’agenzia P.R. Immobiliare.

Gli arresti. Tutti e tre, finiti in manette una settimana fa, si trovano ancora agli arresti domiciliari. Il giudice ha infatti respinto la richiesta di revoca della misura avanzata dal collegio difensivo composto dagli avvocati Daniele Alicicco, Nicola Satta, Francesca Fiori e Giuseppe Scarpa. Le accuse contestate sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, rivelazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio, corruzione propria, estorsione e falso ideologico. Devono rispondere delle stesse accuse Sara Frau, sassarese di 34 anni, fidanzata all’inizio dell’inchiesta con Mirko Mantellini e Cluaudio Piu, sassarese di 40 anni, dipendente dell’agenzia Reale Immobiliare di Pierluigi Figheri. Per loro il giudice non ha ritenuto che ci fossero in questa fase particolari esigenze cautelari. La prima, secondo le accuse, avrebbe acquistato all’asta «nell’interesse del gruppo un paio di immobili (in via Bachelet e in via Marginesu a Sassari) a prezzo fortemente ribassato a proprio nome - si legge nell’ordinanza - e ne pagava il mutuo in attesa che lo stesso venisse rivenduto ad un prezzo di mercato e pertanto superiore rispetto a quello di acquisto». Il secondo «nel giugno 2011 partecipava in prima persona per conto del Figheri - scrivono i magistrati - all’acquisto di un immobile in via Nazzari».

L’avvio dell’inchiesta. L’indagine era partita nel 2011 proprio dopo la segnalazione del giudice dell’esecuzione Maria Grixoni che aveva ricevuto dall’avvocato Francesco Milia, presidente dell’Ordine degli avvocati, la notizia che una persona interessata all’acquisto di un immobile di cui era stata ordinata la vendita all’asta, era stata indirizzata da un dipendente dell’Istituto vendite giudiziarie, custode dell’immobile pignorato, presso l’agenzia immobiliare “Reale Immobiliare”, con sede in piazza Fiume. La Procura sassarese aveva deciso di vederci chiaro e inizialmente lo stesso giudice dell’esecuzione era finito nel registro degli indagati. La Procura della Repubblica di Roma (competente per inchieste su magistrati sardi) aveva però escluso un suo coinvolgimento e il 9 dicembre del 2014 aveva chiesto l’archiviazione. Non si erano fermate invece le indagini della magistratura sassarese. L’ultimo acquisto sospetto, finito sotto la lente della Procura, era stato effettuato da Roberto Pintus il 25 novembre dello scorso anno. Nell’inchiesta erano finite altre otto persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di avere partecipato o fornito «un fattivo supporto all’associazione a delinquere». Si tratta di Antonello Pisoni, 50 anni, Andreuccia Cossu, 69 anni, Vanessa Calvia, 41 anni, Mario Angelo Cargiaghe, 69 anni, Salvatore Maddau, 52 anni, Maria Teresa Pulina, 46 anni, Simone Tinelli, 32 anni e Angelo Unali, 43 anni.

Le intercettazioni. Attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il ruolo di ciascuno degli indagati. Mantellini - secondo le accuse - era in grado di far ottenere ai Figheri e Pintus vantaggi patrimoniali indirizzando i potenziali acquirenti dei beni venduti all’asta verso l’agenzia “Reale Immobiliare” perché ne curasse la pratica per la partecipazione all’asta o per l‘ottenimento del mutuo. Ma sarebbe stato in grado anche di far ottenere l’esclusiva assegnazione alla ditta P.R. Edil di Roberto Pintus i lavori di manutenzione degli immobili affidati in custodia all’Istituto vendite giudiziarie.

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