La Nuova Sardegna

Sassari

«Porto turistico, degrado e abbandono»

di Gavino Masia
«Porto turistico, degrado e abbandono»

La denuncia della Cna: danni anche per una ventina di imprese che traevano reddito dall’indotto, situazione vergognosa

21 aprile 2016
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PORTO TORRES. «Come organizzazione di categoria denunciamo fortemente il danno economico che stanno sopportando una ventina di imprese che, direttamente o indirettamente, traevano reddito dall’indotto generato dalla gestione del porticciolo turistico di Porto Torres: oggi siamo all’improvvisazione più totale, ed è solo grazie alla buona volontà di qualcuno che si allevia il disagio dei pochi turisti in transito, fornendo loro un minimo di servizi indispensabili per l’approdo della propria imbarcazione».

Il presidente della Confederazione nazionale artigiani, Angelo Angius, commenta amaramente lo stato di degrado in cui versa l’approdo turistico del porto commerciale, dove lo spazio destinato al parcheggio e alla reception è colmo di rifiuti di ogni genere, servizi igienici privi di acqua e energia, ma utilizzati da qualche malcapitato, e le erbacce che si sostituiscono agli addobbi floreali presenti nei giardini del pennello.

«Nei programmi amministrativi la nautica da diporto è descritta come fosse una ricetta da prescrivere come antidoto per combattere la crisi dilagante che imperversa nel territorio – aggiunge Angius –, una sorta di “panacea di tutti i mali” da usare come specchietto per le allodole, salvo poi tenere in completo stato di abbandono un fiore all’occhiello come il porticciolo: è deprimente assistere al decadimento di un opera pubblica costata fior di milioni alle casse della Regione e che, per la sua realizzazione, si sono spese le amministrazioni turritane del passato al fine di dare una risposta alla sempre crescente richiesta di posti barca e servizi nautici in genere». La Cna ritiene che non sia concepibile l’assenza totale di sensibilità imprenditoriale nei confronti della società di gestione della struttura, praticamente costretta ad alzare bandiera bianca, per non essere riusciti a rimuovere quei cavilli burocratici che hanno determinato questa «vergognosa situazione». Per il presidente degli artigiani si è davanti a un paradosso: «Da una parte un’impresa locale che fa investimenti per migliorare la struttura affidatele in concessione e dall’altra le pubbliche amministrazioni, che invece di attivarsi per rimuovere gli ostacoli, li creano». È mortificante secondo la Cna che tutto stia avvenendo nell’indifferenza generale degli enti che hanno competenza e ruolo politico in ambito portuale - creando danno di immagine ad una città che dovrebbe puntare anche ad un’alternativa all’industria che arranca -, perché se non si dovesse intervenire con urgenza si corre il serio pericolo che il porto venga ancora escluso dalla programmazione del diportismo turistico nazionale e straniero. «Come organizzazione siamo pronti a metterci a disposizione per dare un contributo alla soluzione, perché da sempre crediamo che la nautica da diporto sia un settore su cui credere ed investire sia in termini economici che sociali».

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