La Nuova Sardegna

Sassari

Conguagli Abbanoa, le bollette scatenano la rivolta popolare

di Gavino Masia
 Conguagli Abbanoa, le bollette scatenano la rivolta popolare

Nuova iniziativa di Civiltà è Progresso con Adiconsum per cercare di elaborare una strategia comune Ritenute illegittime le richieste per gli anni dal 2005 al 2011: «Pagare per acqua che non è potabile»

02 giugno 2016
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PORTO TORRES. Dilaga la protesta dei cittadini che si vedono recapitare nelle proprie abitazioni quelli che la società Abbanoa definisce “conguagli regolatori” calcolati sui consumi relativi all’anno 2012. L’altro ieri si è svolta una riunione preparatoria dell'assemblea cittadina organizzata dall’associazione “Civiltà è Progresso”, nella sala conferenze della Casa delle associazioni, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone decise a portare avanti ogni forma di protesta pur di far desistere Abbanoa «dalle assurde pretese che avanza su partite pregresse, indiscriminate e che si ritiene illegittime».

Tra i punti all’ordine del giorno c’era anche la convocazione di una assemblea aperta a tutta la cittadinanza, inizialmente programmata per il 10 giugno, che sicuramente slitterà di qualche giorno (pare al 13 giugno) per permettere la partecipazione ad alcuni esponenti sia della associazione sia di Adiconsum, da sempre al fianco degli associati.

«Durante la riunione si è chiesta l'adesione dell'amministrazione comunale – dice il presidente di “Civiltà è Progresso” Alba Rosa Galleri –, sia nella sua qualità di utente e sia in rappresentanza di una cittadinanza ormai allo stremo per una condizione socio-economica tra le più drammatiche della Sardegna». Secondo l'amministratore unico dell’ente gestore questo ulteriore balzello dovrebbe coprire errori di bilancio compiuti a partire dal 2005 e fino al 2011, anni durante i quali per ammodernare la rete, migliorare il servizio e soddisfare gli utenti si sarebbe speso più di quanto preventivato. «In realtà i circa cento milioni di euro che Abbanoa sta cercando di rastrellare – aggiunge il presidente –, con la complicità della Regione, sono serviti a scongiurare il fallimento di un'azienda che rappresenta un caso senza precedenti in quanto a disservizi su tutti i livelli: consigli di amministrazione fatti con i piedi, dirigenti diventati tali poco prima della nascita della società, capitalizzazione non fatta, tubi marci, sversamenti a mare considerati ineluttabili, anagrafiche incomplete». Una situazione negativa che ha portato i cittadini turritani sull’orlo di una crisi di nervi, compresi quelli che per pagare la rateizzazione degli importi devono recarsi in banca (pur non avendo un conto corrente a proprio nome) e aggiungere un supplemento di circa 5 euro per effettuare il bonifico. «Per far fronte a questi e altri mali – conclude Galleri –, non ascrivibili agli utenti, ai quali viene spesso venduta acqua non potabile al prezzo di acqua buona, Abbanoa continua dunque a vessare i sardi, che ormai non ne possono più. E' in atto una vera e propria ribellione, con assemblee in ogni città e paese, assemblee alle quale stanno partecipando migliaia e migliaia di cittadini indignati e spesso disperati».

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