La Nuova Sardegna

SEMESTENE. Anche Semestene ha la sua centenaria: zia Michela Chessa. Per il piccolo centro del Mejlogu l’avvenimento ha rappresentato una giornata speciale, da condividere con Pozzomaggiore dove oggi zia Michela vive con la figlia, ma anche perché vi è nata l’8 di giugno del 1916 e lì è cresciuta.

La cittadinanza di Semestene la acquisì a tutti gli effetti con il matrimonio con “Cineddu Seche”e il trasferimento in paese. A festeggiare l’avvenimento, oltre a tanti parenti e amici, sono arrivati i sindaci di Pozzomaggiore, Mariano Soro, e di Semestene, Stefano Sotgiu, accompagnati da alcuni componenti dei rispettivi consigli comunali. Anche perché zia Michela, anche in quest’occasione, come nel corso della sua vita, si è sentita di Pozzomaggiore e di Semestene ed ha così unito i due paesi, non solo confinanti ma legati anche da vincoli di parentela fra diversi abitanti.

Nella sua lunga vita oltre che la mamma orgogliosa e amorevole di sei figli ha fatto la sartina. Negli anni Sessanta il suo impegno sociale fu caratterizzato principalmente dalla lavorazione della pasta per il pane che migliorò e facilitò con l’acquisto di una macchina elettrica, un servizio che si rivelò di grande utilità perché attenuò la fatica di molte donne che, con meno sforzo, potevano lavorare la pasta in dieci minuti anziché in un’ora.

Persona molto socievole e creativa, in occasione delle feste con processioni, specialmente per il Corpus Domini, era l’asse portante per la realizzazione degli addobbi. Ogni anno, pur nello stesso spazio, aveva idee originali per allestire l’altarino, che sembrava incastonato in una vera e propria cappella, con decorazioni sempre nuove.

Emidio Muroni