La Nuova Sardegna

Sassari

Domani “Diritti al cuore” il pride contro i pregiudizi

di Vincenzo Garofalo
Domani “Diritti al cuore” il pride contro i pregiudizi

La parata arcobaleno percorrerà le vie del centro per raggiungere piazza Tola In serata è in programma un concertone. Gli organizzatori: «Stop all’omofobia»

17 giugno 2016
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SASSARI. Illuminare le menti con la cultura e l'informazione per spegnere ogni germe di omofobia, sessismo e razzismo. Si inizia con dibattiti e convegni, come quello che si è tenuto mercoledì pomeriggio alla sala Angioy del Palazzo della Provincia, si continua con il cabaret andato in scena ieri sera in piazzetta Ittiri e si culmina con la manifestazione clou di “Diritti al cuore”, in programma domani.

Un corteo festoso e determinato quanto serve per rivendicare diritti uguali per tutti e basta, appunto, con omofobia, sessismo e razzismo.

Domani l'appuntamento è per le ore 16.30 in piazza Caduti del lavoro: da qui, intorno alle 18, la parata arcobaleno organizzata dal Mos percorrerà le vie del centro per raggiungere piazza Tola dove, alle 21, inizierà il concerto con Arché, Drunken, Mac & the Bee, Sindaca Maddalena Sottocroce, Darla Fracci, Taylor Monroe e la special guest, da Amici, Simonetta Spiri. L'allegria della manifestazione non deve trarre in inganno: gli argomenti e le rivendicazioni di cui “Diritti al cuore” si fa carico, sono importanti e delicati. Argomenti che sono stati sviscerati e analizzati nel corso del convegno “Omofobia e sessismo, una questione di Gender”, organizzato dal Mos e NoiDonne 2005 nell'ambito della manifestazione “Diritti al Cuore 2016”. Il dibattito si è svolto con la partecipazione di Francesco Pivetta, docente di Filosofia e direttore della rivista di psicoanalisi “Varchi”, Patrizia Patrizi, docente di Psicologia giuridica all'Università di Sassari, Carla Porcu, dell'associazione Famiglie Arcobaleno Cagliari, Federico Zappino, studioso di filosofia politica e di teorie femministe e queer, e la giornalista Maria Francesca Chiappe, che ha moderato gli interventi. Partendo dalla strage di Orlando, negli Stati uniti d'America, di pochi giorni fa, l'analisi ha scandagliato le radici dell'odio e dell'intolleranza umana, che sfocia nei social network ottenendo così una amplificazione globale. Ma in fondo, come è emerso dalla discussione, è solo una questione di gender. C'è il genere di persone che passando per un'evoluzione culturale riconosce, rispetta e valorizza le differenze; e c'è il genere di persone che, attraverso una regressione culturale, rifiuta le differenze e nega le conquiste dei diritti umani universali. Quindi l'unica arma efficace per spegnere ogni germe di omofobia, sessismo e razzismo, è quella di informare ed educare al rispetto delle diversità e dei diritti, di tutti. Lo si fa nelle scuole e in famiglia, che quest'ultima sia di tipo “tradizionale”, o no. Lo si fa, come ha rimarcato Maaaimo Mele, fondatore del Mos e organizzatore di “Diritti al cuore”, denunciando e condannando messaggi e atteggiamenti che istigano all'odio e alla violenza, come le deliranti dichiarazioni del parroco di Decimoputzu, che giusto pochi giorni fa, dal pulpito della sua chiesa, ha invocato la morte per gli omosessuali. «Vogliamo una società più giusta e più equa - dicono gli organizzatori - dove l'omofobia e la transfobia siano considerate reato e non semplice opinione, dove alle donne sia garantita l'effettiva parità e non siano più valvola di sfogo della frustrazione e della violenza maschile, dove l'accoglienza dei migranti non sia solo business e corruzione ma anche integrazione e convivenza, dove tutte le famiglie abbiano gli stessi diritti, dove la genitorialità non dipenda dall'orientamento sessuale ma dalla capacità di amare».

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