La Nuova Sardegna

Sassari

La Provincia: «L’assistenza alle scuole»

di Paoletta Farina
La Provincia: «L’assistenza alle scuole»

Presidi e Cgil contro la proposta dell’amministratore Sechi. Proclamato lo stato di agitazione: la Regione intervenga

19 giugno 2016
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SASSARI. La scuola è in subbuglio. Come una doccia fredda è arrivata ai presidi degli istituti superiori, da parte dell’amministratore straordinario della ex Provincia di Sassari, Guido Sechi, la “proposta” che siano gli stessi istituti e non più l’ente in via d’estinzione ad occuparsi direttamente dell’assistenza scolastica ai disabili, bandendo propri appalti. E la risposta è quasi un coro, tra indignazione e rabbia: «Non è nostra competenza, siamo già oberati di lavoro e senza personale». Non solo, anche per il trasporto dei diversamente abili l’idea è di accollarlo alle famiglie, e di rimborsarle per il disturbo. Pronta la reazione dei sindacati a quello che si annuncia come un futuro caos. La Cgil Funzione Pubblica e la Cgil scuola hanno già indetto lo stato di agitazione dei lavoratori e un’ assemblea per lunedì e chiederanno un incontro urgente alla Regione. Come al solito, infatti, il bubbone scoppia quando il servizio dovrebbe essere già programmato nei dettagli per settembre, data di inizio delle lezioni. E come al solito famiglie, studenti e personale si ritroveranno a pagarne le conseguenze.

La proposta. Il 10 giugno scorso Guido Sechi ha convocato i presidi e ha chiesto loro una risposta entro una settimana, che scadeva ieri. La premessa è stata che, siccome le Province sono vicine allo smantellamento, non potranno più gestire l’assistenza ai disabili che rientra tra i servizi di supporto all’istruzione, trasferiti con la riforma degli enti locali alle Unioni di Comuni. In realtà siamo in presenza di un vuoto legislativo, perché la giunta regionale deve ancora indicare la data definitiva di “morte” degli enti intermedi. Ed ecco che Sechi chiede ai dirigenti scolastici di farsi carico loro dell’appalto per individuare il personale necessario e annuncia che le risorse finanziarie saranno assegnate previa stipula di una convenzione e pro quota secondo le esigenze di ciascun istituto. Un sistema, sostiene l’amministratore straordinario, già in uso nell’ex Provincia di Olbia Tempio. Quanto al trasporto degli studenti sono possibili, dice Sechi, accordi con i Comuni, e se lo studente non potrà servirsi autonomamente di mezzi pubblici e i genitori non potranno accedere al rimborso, come ultima istanza sarà la Provincia a provvedere. Anche se non è chiaro perché non possa, allora, farlo direttamente, come in passato.

I sindacati. «Sono convinto che queste proposte siano un ulteriori colpo mortale al welfarestate a favore dei più deboli. E potrebbe essere un cavallo di Troia per dismettere il sistema di gestione in appalto a favore di altri sistemi, come l’accreditamento, contro il quale ci siamo battuti e continueremo a batterci – afferma Paolo Dettori, segretario della Cgil Fp –. Anche perché è emerso in questi giorni che cooperative accreditte hanno commesso diverse irregolarità tra cui anche il ricorso al lavoro nero. Considerato, quindi che le scuole stanno respingendo a maggioranza la richiesta di Sechi, queste opzioni, si crea il terreno favorevole per trovare altre “soluzioni”». «Già a novembre avevano chiesto un incontro all’amministratore straordinario. Richiesta reiterata per altre due volte. Ma non abbiamo mai avuto risposta, in spregio alle buone relazioni sindacali», aggiunge Dettori.

I presidi. «Non si può arrivare al 10 giugno e chiedere ai dirigenti, che si trovano ad affrontare i mesi più caldi di lavoro, tra scrutini, esami di stato, trasferimenti e personale insufficiente, di farsi carico di un’ulteriore incombenza che non è nemmeno un nostro compito – afferma Maria Paola Curreli, preside del liceo scientifico Spano –. Con una programmazione più tempestiva, magari cominciando a febbraio, forse se ne sarebbe potuto discutere, ma così è assurdo. Per quanto mi riguarda ho dato un parere negativo». Stesso “no” da parte di Massimo Sechi, dirigente dell’Azuni e reggente al “Marconi”: «L’assistenza devono fornirla Stato e gli enti locali, non le scuole che non possono diventare il bersaglio di una cattiva gestione. La politica abbia il coraggio di riorganizzare i servizi, non scarichi oneri sulle altre istituzioni».

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