La Nuova Sardegna

SASSARI. L’arte per riscattarsi agli occhi di una società che, a causa della loro disabilità psichica li ha messi ai margini. Le immagini sotto forma di cortometraggi e fotografie come mezzo per comunicare al mondo che anche loro esistono, provano emozioni, sentono e sono in grado di esprime sentimenti, idee, bellezza. Nei giardini dell’ex ospedale psichiatrico di Rizzeddu, da anni reinventato come sede di numerosi servizi e ambulatori della Asl di Sassari, si è aperta nei giorni scorsi la mostra “Ri-scatto”, dal nome del progetto di arteterapia realizzato dalla cooperativa Elleuno e che ha come protagonisti assoluti gli ospiti delle quattro comunità protette di Sassari. Si tratta del terzo progetto di arteterapia portato avanti in questi anni dalla Asl e dalla cooperativa sociale Elleuno per sfruttare le potenzialità terapeutiche e riabilitative dei laboratori artistici per le persone residenti nelle protette Gli Ulivi, Le Ginestre, i Mandorli di Rizzeddu, a Sassari, e Casa Manai di Bonorva. Dopo avere sperimentato i laboratori di pittura e di scultura, quest’anno il progetto “Ri-scatto”, è stato incentrato sulle immagini, usate come mezzo di comunicazione e di arte attraverso le fotografie e i filmati realizzati dagli stessi ospiti della comunità protette. All’inaugurazione della mostra sono stati proiettati tre cortometraggi scritti e interpretati dai residenti delle quattro strutture riabilitative. L’intero progetto, ideato dalla coordinatrice delle strutture psichiatriche, Giusy Coratza, è stato realizzato grazie alla guida dell’artista e arteterapeuta Ruben Mureddu, e con il coinvolgimento delle psicologhe Elenia Nucci e Silvana Canu, oltre agli educatori delle comunità. Oltre ai tre cortometraggi che hanno emozionato il pubblico, la mostra presenta circa sessanta scatti fotografici esposti cinque installazioni nel giardino del complesso di Rizzeddu.

Vincenzo Garofalo