La Nuova Sardegna

Sassari

Non risponde al gip il funzionario in cella per una tangente

Non risponde al gip il funzionario in cella per una tangente

Convalidato a Bancali l’arresto eseguito dal Corpo Forestale L’uomo era stato sorpreso mentre intascava 2500 euro

23 luglio 2016
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SASSARI. Si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip. Lorenzo Andrea Casanova, 62 anni, funzionario dell’Ufficio Tutela del Paesaggio della Regione, ieri ha scelto la linea del silenzio durante l’interrogatorio di garanzia cui è stato sottoposto in carcere dopo l’arresto per concussione eseguito mercoledì pomeriggio dal personale del Nucleo investigativo del Corpo Forestale della Sardegna. Casanova è accusato di avere preteso una tangente dall’amministratore della società “Argilitti srl”, specializzata in estrazioni minerarie. Secondo le accuse quelle banconote sarebbero state la prima tranche di una mazzetta più corposa sollecitata da Casanova per non ostacolare la pratica per il nulla osta paesaggistico chiesto dalla Argilitti per una concessione mineraria nei territori tra Ittiri e Uri. Ma l’amministratore della società ha solo fatto finta di cedere al ricatto e qualche settimana fa ha denunciato il funzionario regionale agli investigatori del Corpo Forestale, “vicini di casa” dell’Ufficio Tutela del Paesaggio nel palazzo regionale di viale Dante. La consegna del denaro (subito sequestrato dalla polizia giudiziaria) è stata la chiave di volta di una inchiesta coordinata dal procuratore Gianni Caria e dalla sua sostituta Cristina Carunchio. Ieri la pm ha partecipato all’interrogatorio di garanzia, eseguito dal gip Michele Contini.

Lorenzo Andrea Casanova è stato assistito dal suo avvocato difensore Gianluca Giordo e, dopo essersi consultato con lui, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande. e dopo l’arresto aveva dettIl funzionario, cho al suo avvocato di essere la vittima di un equivoco, fornirà le sue spiegazioni in un secondo momento. Una scelta strategica, quella di tacere davanti al gip, adottata presumibilmente in attesa di conoscere le prove raccolte dalla Procura. Tra queste, oltre la denuncia della Argilitti, intercettazioni telefoniche e ambientali.

Ieri gran parte della udienza, durata una ventina di minuti, è stata dedicata alle esigenze cautelari da adottare nei confronti del funzionario regionale. La questione della validità dell’arresto, eseguito in flagranza di reato, non è stata messa in discussione dalla difesa. Quando mercoledì gli uomini agli ordini del commissario Ugo Calledda sono entrati nel suo ufficio, infatti, Lorenzo Andrea Casanova aveva ancora tra le mani la busta contenente i 2500 euro ricevuti dal titolare della Argilitti. E le banconote erano state preventivamente fotografate.

La pm Carunchio ha chiesto al gip di emettere un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato, mentre l’avvocato Giordo ha chiesto che il suo assistito possa tornare a casa anche se agli arresti domiciliari. Secondo la difesa, non esiste il pericolo di fuga, di inquinamento delle prova e di reiterazione del reato. Il giudice si è riservato di decidere.

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