La Nuova Sardegna

Sassari

La rabbia dopo le fiamme: «Qualcuno deve pagare»

di Salvatore Santoni
La rabbia dopo le fiamme: «Qualcuno deve pagare»

Sennori, sopralluogo del sindaco a casa di uno degli abitanti scampati al pericolo Il fuoco è arrivato a pochi metri dal cancello: «Ho preso mia moglie e siamo fuggiti»

09 agosto 2016
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SENNORI. Il giorno dopo le fiamme è il giorno della conta dei danni. La terra ribolle sotto agli alberi anneriti. Ci sono piccoli sbuffi di fumo. Rami che grondano cenere. I cavi delle linee telefoniche arrostiti. E l’odore di fuliggine che fa ancora paura. Domenica pomeriggio l'inferno è arrivato dalla collina, si è incanalato nella valle e ha polverizzato tutto. Ha lambito le case e messo in fuga i residenti. Alle 14 Gianni Breda schiaccia un pisolino. La moglie lo sveglia, è agitata per l'ondata di fumo che invade la loro casa. Lui fiuta il pericolo. Esce di corsa, rientra in casa. Ha deciso: racimola frettolosamente alcuni documenti importanti da portare via. «Sono entrato a uscito in poche decine di secondi - racconta il padovano trapiantato a Sennori - ma il fuoco era già arrivano alla recinzione». La via d'accesso al terreno è una strada vicinale che risale la valle e punta verso l’inferno di fuoco. Le fiamme avanzano. L’aria è irrespirabile. Il marito prende per mano la moglie: inizia la fuga. «Siamo scappati a valle - continua l'uomo - pregando che il vento spingesse le fiamme di lato. Ma siamo rimasti intrappolati nelle campagne quaggiù». Nel frattempo, l'incendio sconfina nella loro proprietà. Divora la legnaia, le palme, gli ulivi e i pini trasformandoli in fuliggine depositata a centinaia di metri di distanza, nei giardini e sui davanzali dei vicini. Il serbatoio dell’acqua, le condotte in polietilene e il quadro elettrico delle pompe del pozzo diventano macchie annerite spalmate sul terreno.

È lunedì mattina, il peggio è passato. La conta dei danni dice che per rimettere in sesto l'impianto idrico serviranno migliaia di euro. «I vigili del fuoco mi hanno detto che sono stato fortunato, il fuoco è arrivato fino al cancello - riprende Gianni Breda -. Io me la prendo con gli incendiari ma è anche colpa di chi non fa la manutenzione alle campagne. Il terreno qua vicino prima del rogo sembrava una foresta». Negli anni scorsi, alcuni proprietari di Badde Cossos sono stati sanzionati dai barracelli, poi però la pulizia dei terreni non è mai migliorata. «La polizia rurale - spiega il primo cittadino di Sennori, Nicola Sassu - ha emesso decine di verbali per i terreni incolti la violazione dell’ordinanza antincendio regionale. A questo punto valuteremo se inasprire ulteriormente le sanzioni per chi non dovesse rispettare le prescrizioni». Il sindaco ha già fatto un sopralluogo a casa Breda. C'è andato insieme ai barracelli e al responsabile dell'ufficio tecnico. Hanno deciso di aiutare la famiglia fornendo una scorta di acqua finché non sarà rimesso in sesto l'impianto idrico.

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