La Nuova Sardegna

Sassari

Infermiere di comunità, via alla sperimentazione

Infermiere di comunità, via alla sperimentazione

Osilo, si tratta di un progetto che coinvolge dieci Comuni del Nord Sardegna Prevista una nuova figura professionale che dovrà operare in paesi confinanti

11 agosto 2016
3 MINUTI DI LETTURA





OSILO. Sarà l’Ambito Plus Anglona-Coros-Figulinas a sperimentare, per la prima volta in Sardegna, una di quelle soluzioni che promettono un profondo cambiamento del modo di intendere la sanità e il suo rapporto con i cittadini e con il territorio. Si tratta dell’infermiere di comunità, una figura nuova e in via di definizione nel panorama sanitario, ma il cui punto di forza consiste nell’avvicinare i servizi alle persone, soprattutto a quelle più deboli e, allo stesso tempo, di contribuire a decongestionare i presidi sanitari del capoluogo. Una figura nuova che opererà inizialmente in alcuni centri del Plus, ma che tendenzialmente andrà a servire tutto il territorio, e che dedicherà almeno una intera mattinata alla presa in carico, sorveglianza e monitoraggio dei bisogni sanitari, con prelievi, medicazioni, sostituzione cateteri, rilevazione parametri, educazione alla salute, ed ogni altro intervento di competenza dell’infermiere professionale. Le basi del nuovo servizio sono state poste in un incontro con la direzione generale della Asl, chiesto dal Comune di Osilo, quale ente capofila del Plus, e che ha visto la partecipazione di Agostino Sussarellu, commissario straordinario della Asl, Giovanni Ligios, sindaco di Osilo, Nicolò Licheri, direttore del distretto numero 1, Pietro Carbini, presidente del comitato del distretto, Arcangelo Chighine, dirigente del servizio di Medicina di base, Maria Antonietta Vargiu, coordinatrice del servizio infermieristico, Salvatore Suzzarellu, vice sindaco di Castelsardo, Sergio Floris, delegato alla sanità del Comune di Ploaghe, Mario Bonu, coordinatore del Plus Anglona-Coros-Figulinas. L’ipotesi di lavoro avanzata dall’Ambito Plus Anglona-Coros-Figulinas e maturata attraverso una serie di incontri preliminari con il Distretto socio-sanitario, prevede l’attivazione di otto ambulatori territoriali con altrettanti infermieri di comunità, dislocati nei centri dell’Ambito Plus, cui farebbero capo per zone omogenee e distanze ravvicinate, tutti i 23 comuni del Plus. Presupposto per l’attivazione del servizio, è la stretta collaborazione con i medici di medicina generale. Per questo motivo, è emerso nel corso dell’incontro, la soluzione ideale sarebbe che gli infermieri di comunità venissero ospitati in spazi attigui a quelli degli ambulatori dei medici di medicina generale, o al massimo nelle loro immediate vicinanze. I servizi degli infermieri di comunità sono rivolti ai pazienti che hanno la possibilità di recarsi autonomamente agli ambulatori. Per quanto riguarda le piccole reti territoriali di sub-ambito, i collegamenti per gli utenti che non disponessero di mezzo proprio e/o non avessero altra possibilità per raggiungere i presidi, potranno essere assicurati con il progetto “Nella rete, da un nodo all’altro”, per il trasporto di persone con difficoltà motorie. Tutti i partecipanti all’incontro alla Direzione generale della Asl hanno espresso la loro adesione al progetto. Ma il commissario straordinario Agostino Sussarellu e il direttore del Distretto Nicolò Licheri hanno fatto di più, dichiarando l’intento di avviare in tempi brevi, in via sperimentale, il servizio in quattro degli otto centri proposti, per poi estenderlo agli altri. I quattro comuni individuati sono: Ploaghe, cui fanno capo Codrongianos, Florinas, Muros e Cargeghe; Ossi, con Tissi e Usini; Osilo; Sorso e Sennori. L’impegno preciso, è stato precisato, è quello di salvaguardare tutti i servizi e i centri prelievi attualmente operanti, per cui i nuovi servizi sarebbero aggiuntivi e migliorativi, e non sostitutivi di quelli esistenti.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative