La Nuova Sardegna

Sassari

L'invasione delle pastinache nelle spiagge della Sardegna, attenzione alle punture

Federico Spano
Una pastinaca fotografata a Masua (Iglesias) e pubblicata su Instagram da @pilatobarbara
Una pastinaca fotografata a Masua (Iglesias) e pubblicata su Instagram da @pilatobarbara

Possono essere scambiate per innocue razze ma in realtà se infastidite possono pungere con un aculeo velenoso, che può provocare brutte infezioni. In rarissimi casi possono provocare la morte

13 agosto 2016
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SASSARI. Decine di avvistamenti da Valledoria a Stintino, da Alghero a San Vero Milis, da Masua a Costa Rei, con video e foto pubblicati su Instagram e nei vari social network. Quella che si sta verificando in questo periodo è una piccola invasione di trigoni viola o pastinache pelagiche (Pteroplatytrygon violacea).

Quasi tutti li scambiano per le innocue razze, ma in realtà questi tranquillissimi pesci, se infastiditi, possono rivelarsi molto pericolosi. Sotto la coda, infatti, hanno un aculeo che può raggiungere diverse decine di centimetri e la cui puntura provoca brutte infezioni. Nel 2006 un quindicenne era stato punto all'addome ed era morto per una emorragia interna.

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«Questi avvistamenti non sono rari - spiega Antonio Pais, biologo marino e docente di Acquacoltura nel dipartimento di Agraria dell'università di Sassari - anche se solitamente avvengono in primavera e non con questa frequenza».

Le pastinache possono raggiungere i 160 centimetri di lunghezza (dalla testa alla punta della coda) e gli 80 centimetri di apertura alare. La coda, lunga e simile ad una frusta, è dotata di uno o due aculei veleniferi. La colorazione dorsale varia dal grigio-violetto all'azzurro-verdastro. La pastinaca violacea si nutre di piccoli pesci, calamari, meduse e crostacei pelagici ed è molto comune nei nostri mari.

«In natura le pastinache sono schive e, se minacciate, tendono ad allontanarsi - spiega Flavio Gagliardi, direttore dell'acquario di Cala Gonone, dove vive uno splendido esemplare di pastinaca di sei anni e di un metro di lunghezza -. In ogni caso, bisogna stare attenti, perché sono molto pericolose: il loro aculeo è velenosissimo e tende a frammentarsi dentro la ferita. Il dolore è fortissimo a causa del veleno».

La raccomandazione, quindi, per chi avvistasse uno di questi splendidi animali è quella di tenersi a distanza e di non correre rischi inutili pur di pubblicare un nuovo scatto su Instagram.

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