Pagamenti del latte in ritardo la rabbia degli allevatori cresce
Molti pastori hanno difficoltà persino a conferire il prodotto che ha un prezzo sempre in diminuzione E tra loro si sta insinuando un dubbio: «È già in atto una strategia per tagliare i nostri guadagni?»
OZIERI. Anche i pastori della piana di Chilivani sono sul piede di guerra a causa della controversa questione del prezzo del latte, sempre più basso, e la vicenda di alcune partite di formaggi prodotti con il latte proveniente dalla Romania che si temeva potessero essere fatti passare come sardi.
Anche nella piana la situazione non è rosea: molti allevatori di ovini hanno difficoltà a conferire il latte, che viene pagato sempre meno, e addirittura qualcuno lamenta ritardi nei pagamenti dei corrispettivi da parte della ditta locale Agriexport. Introiti per decine di migliaia di euro che mancano nei bilanci delle aziende, i cui titolari e conduttori sono stanchi di indebitarsi ma non riescono a pagare puntualmente i fornitori (quelli dei mangimi in particolare), le manutenzioni, le altre spese vive, il personale.
«Cosa sta succedendo?», si chiedono quindi i pastori, che da anni assistono all’altalena del prezzo del latte ma che non si accontentano più delle giustificazioni relative a mercati saturi, sovrabbondanza di formaggi, esubero del latte. «Come è possibile - si chiede uno dei pastori che attende i pagamenti da Agriexport - che il latte sia in esubero? La produzione è sempre la stessa, da anni, e anzi molti di noi hanno persino deciso di vendere le pecore per dedicarsi a settori meno rischiosi».
Una situazione che, per esempio, ha fatto perdere a Ozieri lo storico primato di Comune con la più alta presenza di ovini, record ora detenuto da alcune zone del Campidano. I pastori della piana, ma anche quelli della montagna, chiedono chiarimenti, e insinuano il dubbio che dietro i mancati pagamenti e il mancato ritiro del latte ci sia una «strategia» che mira ad aprire il mercato del prossimo anno con prezzi da fame: i famosi 50 centesimi al litro, a fronte di un prezzo che negli anni scorsi era arrivato sino a 1 euro.
«E’ chiaro che se si importa il latte dalla Romania o se, peggio, si potrà produrre formaggio con il latte liofilizzato il prezzo del nostro latte non potrà fare altro che calare - dicono i pastori - per questo chiediamo che sia fatta chiarezza e che finalmente qualcuno ci dica cosa sta succedendo nel mercato del latte e del formaggio».
La situazione in realtà è chiara, ma davanti alle difficoltà non si può tacere. «La crisi delle campagne è la crisi dell’intera economia del territorio - affermano i pastori che lamentano i mancati introiti - ed è la crisi di una piana di Chilivani che è sempre meno luogo di pascolo e coltivazioni e sempre più territorio di conquista per aziende che lucrano sul mais per le biomasse e altre occupazioni che poco hanno a che vedere con le attività della campagna».