La Nuova Sardegna

Sassari

Pagamenti del latte in ritardo la rabbia degli allevatori cresce

di Barbara Mastino
Pagamenti del latte in ritardo la rabbia degli allevatori cresce

Molti pastori hanno difficoltà persino a conferire il prodotto che ha un prezzo sempre in diminuzione E tra loro si sta insinuando un dubbio: «È già in atto una strategia per tagliare i nostri guadagni?»

13 agosto 2016
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OZIERI. Anche i pastori della piana di Chilivani sono sul piede di guerra a causa della controversa questione del prezzo del latte, sempre più basso, e la vicenda di alcune partite di formaggi prodotti con il latte proveniente dalla Romania che si temeva potessero essere fatti passare come sardi.

Anche nella piana la situazione non è rosea: molti allevatori di ovini hanno difficoltà a conferire il latte, che viene pagato sempre meno, e addirittura qualcuno lamenta ritardi nei pagamenti dei corrispettivi da parte della ditta locale Agriexport. Introiti per decine di migliaia di euro che mancano nei bilanci delle aziende, i cui titolari e conduttori sono stanchi di indebitarsi ma non riescono a pagare puntualmente i fornitori (quelli dei mangimi in particolare), le manutenzioni, le altre spese vive, il personale.

«Cosa sta succedendo?», si chiedono quindi i pastori, che da anni assistono all’altalena del prezzo del latte ma che non si accontentano più delle giustificazioni relative a mercati saturi, sovrabbondanza di formaggi, esubero del latte. «Come è possibile - si chiede uno dei pastori che attende i pagamenti da Agriexport - che il latte sia in esubero? La produzione è sempre la stessa, da anni, e anzi molti di noi hanno persino deciso di vendere le pecore per dedicarsi a settori meno rischiosi».

Una situazione che, per esempio, ha fatto perdere a Ozieri lo storico primato di Comune con la più alta presenza di ovini, record ora detenuto da alcune zone del Campidano. I pastori della piana, ma anche quelli della montagna, chiedono chiarimenti, e insinuano il dubbio che dietro i mancati pagamenti e il mancato ritiro del latte ci sia una «strategia» che mira ad aprire il mercato del prossimo anno con prezzi da fame: i famosi 50 centesimi al litro, a fronte di un prezzo che negli anni scorsi era arrivato sino a 1 euro.

«E’ chiaro che se si importa il latte dalla Romania o se, peggio, si potrà produrre formaggio con il latte liofilizzato il prezzo del nostro latte non potrà fare altro che calare - dicono i pastori - per questo chiediamo che sia fatta chiarezza e che finalmente qualcuno ci dica cosa sta succedendo nel mercato del latte e del formaggio».

La situazione in realtà è chiara, ma davanti alle difficoltà non si può tacere. «La crisi delle campagne è la crisi dell’intera economia del territorio - affermano i pastori che lamentano i mancati introiti - ed è la crisi di una piana di Chilivani che è sempre meno luogo di pascolo e coltivazioni e sempre più territorio di conquista per aziende che lucrano sul mais per le biomasse e altre occupazioni che poco hanno a che vedere con le attività della campagna».

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