La Nuova Sardegna

Sassari

Fermo biologico senza indennità, la protesta della pesca a strascico

di Gavino Masia
Fermo biologico senza indennità, la protesta della pesca a strascico

Da domani la flotta pescherecci dovrà restare in porto per un mese per favorire il ripopolamento Una quarantina i pescatori che attendono da due anni i contributi previsti da una legge regionale

13 settembre 2016
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PORTO TORRES. «I pescatori dello strascico non hanno ancora percepito gli indennizzi del fermo biologico relativi agli anni 2014 e 2015 e alla mezzanotte di domani scatterà il fermo del 2016 per circa un mese: se l’Inps non eroga i fondi previsti dalla legge a favore degli operatori della pesca, per protesta stiamo pensando di non consegnare i documenti alla Capitaneria di porto». Uno sfogo a nome di tutti i pescatori dello strascico quello dell’armatore del peschereccio “Albatros”, Lorenzo Nieddu, che si fa portavoce del malcontento che serpeggia tra i lavoratori del mare per la mancanza di due annualità dei finanziamenti regionali relativi al fermo biologico. Che pare siano stati dirottati nel settore agricoltura. «I 600 euro di ogni fermo biologico non sono forse tanti – aggiunge Nieddu –, ma neanche pochi per chi deve mandare avanti la famiglia: due anni di arretrati mai retribuiti, poi, rappresentano sicuramente una beffa che per chi tira a campare sperando nelle belle giornate per uscire a mare». Lo strascico turritano conta dieci pescherecci, su cui sono imbarcati quaranta pescatori, famiglie che non possono accumulare ritardi quando ci sono da pagare tributi e tenere regolarità nelle scadenze delle rate dei mutui. La compilazione dei nomi dei pescatori portotorresi aventi diritto al fermo biologico dovrebbe essere a cura della Regione, mentre all’Inps spetterebbe l’erogazione del contributo una volta ricevuti i mandati di pagamento. La protesta dei pescatori appare più che legittima alla luce dei ritardi accumulati nell’ultimo biennio, considerando che la pesca è diminuita sensibilmente nel golfo dell’Asinara, perché sfruttato ai massimi livelli, e ci sono giornate di condizione meteo-marine avverse che si portano via tante uscite a mare durante l’anno. Una proposta degli operatori dello strascico, rivolta agli enti competenti, è quella di prevedere uno stipendio minimo ai singoli pescatori durante il fermo biologico, circa 1100 euro che rappresentano il loro stipendio mensile durante l’attività di pesca. «L’assessore regionale alla Pesca diserta regolarmente gli incontri con le marinerie, secondo Nieddu, ma anche l’amministrazione comunale sembra sempre all’oscuro di tutto da un paio d’anni: «Non so se questi amministratori si siano mai documentati sui problemi che vivono i pescatori locali, però posso dire, con cognizione di causa, che per svariati anni il Comune non si è mai occupato di risolvere le incognite burocratiche che attanagliano il mondo della pesca».

Se dovesse chiudere lo strascico, dicono i pescatori, il porto risulterebbe un deserto, aumenterebbe il numero dei disoccupati e ci sarebbe meno prodotto ittico locale sui banchi vendita.

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