La Nuova Sardegna

Sassari

Prezzo del latte in calo: «Mercato da calmierare»

di Barbara Mastino
Prezzo del latte in calo: «Mercato da calmierare»

La Cia Monte Acuto mette sotto accusa la Regione che non mantiene le promesse «Gli allevatori non devono accettare condizioni capestro dall’industria casearia»

07 ottobre 2016
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OZIERI. Anche la Cia Monte Acuto prende parte attiva alle iniziative di protesta e di proposta promosse dalla direzione provinciale dell'organizzazione riguardo alla crisi del mercato del latte. Lo annunciano i vertici locali Cia, in prima linea già nella recente riunione sul tema svoltasi nei giorni scorsi alla presenza del presidente regionale Martino Scanu e di tutti i dirigenti provinciali.

Riunione nella quale si è posta al centro del dibattito la crisi del mercato del latte ovino «per cercare - spiegano i vertici Cia - di trovare qualche possibile soluzione a una situazione di mercato in forte stagnazione ed evitare così il tracollo di molte imprese agrozootecniche».

Nei prossimi giorni la Regione e tutti gli attori della filiera saranno chiamati ad adottare alcune importanti decisioni e la Cia, facendosi carico dei malumori e delle proteste degli associati, invita tutti «a mettere da parte polemiche e contrapposizioni e iniziare una nuova fase di collaborazione utile a salvaguardare il più importante comparto agricolo isolano».

Attraverso numerosi incontri territoriali, la Cia sta quindi portando avanti lo stato di agitazione per sollecitare interventi: «ma le posizioni e iniziative degli addetti ai lavori in Regione - dice il presidente provinciale Giovanni Canu - sono ad oggi in estremo ritardo e non si vede traccia del pacchetto di misure, già annunciato a più riprese nel passato, per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari. Finora - prosegue il presidente - le soluzioni adottate hanno riguardato la reiterazione delle deboli misure legate al Psr, che negli anni poco o niente hanno inciso sul problema e che infatti puntualmente si è riproposto. Le quotazioni attuali del pecorino romano, pur avendo subito un forte calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si attestano su 6,35-6,55 euro al chilogrammo (dati Clal): sulla base di questo dato, pur consapevoli che non è l'unico che influisce sul prezzo finale del latte, non è possibile che alcuni trasformatori propongano agli allevatori contratti a prezzi stracciati del livello di 6 o 7 anni fa senza che ciò non appaia come una forte speculazione ai danni del comparto e delle stesse aziende ovicaprine».

«E' volontà della Cia - conclude quindi Canu - invitare gli allevatori a non accettare contratti capestro e nel contempo sollecitare la Regione ad adottare iniziative utili a favorire interventi stabili e duraturi». Primo fra tutti l'Organismo Interprofessionale, che serva a calmierare e programmare le produzioni e a regolare gli stessi flussi produttivi.

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