La Nuova Sardegna

Sassari

Sott’acqua mille ettari e il raccolto dei carciofi

di Giulio Favini
Sott’acqua mille ettari e il raccolto dei carciofi

L’allarme della Coldiretti: «Compromessa gran parte della produzione» Sfregiata la valle del Coghinas ma gravissimi danni anche a Ittiri e a Uri

08 novembre 2016
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SASSARI. Mille ettari di carciofaie sott’acqua, strade invase da fiumi di acqua e detriti in tutto il nord Sardegna, campi devastati dalla furia della tempesta di vento e di grandine che ha accompagnato la tromba d’aria di domenica. Dopo la tempesta si cominciano a contare i danni, oltre che nei centri abitati, anche nelle campagne. Coldiretti Sassari e Gallura chiede lo stato di calamità naturale e traccia un primo bilancio della destazione. I Comuni più colpiti sono quelli di Valledoria, Viddalba e Santa Maria Coghinas, ma segnalazioni arrivano da Ittiri, Sorso, Sennori e Uri.

«L’intensa grandinata potrebbe aver già compromesso la produzione stagionale delle nostre carciofaie in tutta la vallata del basso Coghinas - spiega il vice presidente Gianni Muntoni –. In alcuni casi la produzione è completamente compromessa mentre in altri sarà ritardata di 2 o tre mesi con una rilevante perdita economica».

Dieci minuti d’inferno. La piana del Coghinas è stata sfregiatadal violento nubifragio, durato circa dieci minuti, provocando danni alle coltivazioni per milioni di euro. In questi interminabili minuti è andato distrutto circa il 90 per cento del patrimonio agricolo della bassa valle, nonché le serre in vetro e plexiglass dove venivano coltivati ortaggi invernali e piante verdi. Danni ingenti le serre dei Poddighe e dei Licheri. La furia del vento e dell’acqua ha provocato danni anche alle automobili, agli infissi di abitazioni private, e a quelli delle scuole elementari di Santa Maria Coghinas. «Stiamo predisponendo una delibera di giunta comunale per chiedere alla Regione lo stato di calamità naturale - dichiara il sindaco di Valledoria Tore Terzitta - per risarcire gli agricoltori. Il settore agricolo e chi ci lavora sono in ginocchio. «È stato un violento temporale con chicchi di grandine grandi quanto arance - dichiara il sindaco di Santa Maria Coghinas Pietro Carbini - . Anche le scuole sono state danneggiate, pertanto provvederemo al più presto a stanziare fondi comunali per ristrutturare alcune parti del soffitto e i vetri delle finestre che sono andati in frantumi».

Serra in frantumi. A Santa Maria Coghinas è stata completamente distrutta la serra di Francesco Carboni, titolare della Florgarden Srl ubicata in zona Badu Canna. I danni sono stati quantificati dal perito assicurativo in circa 750mila euro. «All’interno della serra avevamo coltivazioni di ortofrutta e piante verdi quali Ficus beniamina e Kentia – dice Carboni –. Tutto ormai è distrutto e compromesso. Anche chi ci lavora ora purtroppo dovrà rimanere a casa».

Danni anche a Viddalba dove il sindaco Vittorio Ara ha convocato per oggi la giunta comunale per chiedere lo stato di calamità naturale.

Albero sradicato. A Uri il nubifragio ha sradicato un albero alto cinque metri in via Marconi, molto trafficata da pedoni e auto. Solo il caso ha voluto che in quel momento nessuno transitasse sul marciapiede, quindi solo per una circostanza fortuita è stata scongiurata una strage. Sempre a seguito della violenta bomba d’acqua c'è stato uno smottamento del terreno che ha interessato la località di “Sas Conzas” nella parte centrale del paese. Per via di alcuni lavori per la realizzazione di una strada che oramai da quasi un anno si protraggono nella zona, la furia dell’acqua ha trascinato verso la zona bassa centinaia di metri cubi di fango bloccando completamente la viabilità su via Canonico Porcu e ostruendo ogni via d’accesso alle abitazioni. Anche qui sono intervenute alcune squadre della Protezione Civile di Uri con i loro mezzi, coordinati dal presidente Nicola Biddau il quale, affiancato e diretto dalla sindaca Lucia Cirroni e da alcuni amministratori, hanno provveduto con una pala meccanica e con altri mezzi, a rimuovere i tantissimi metri cubi di detriti e fango che avevano invaso tutta la zona.

Dopo ore di lavoro è stato reso possibile l’accesso ai residenti nelle proprie abitazioni.

(Ha collaborato Franco Cuccuru)

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