La Nuova Sardegna

Sassari

Pesta a sangue la moglie e la brucia viva

di Luca Fiori
Pesta a sangue la moglie e la brucia viva

Dopo una lite il marito ha aggredito la donna con calci e pugni, poi ha cosparso il corpo di benzina e ha dato fuoco

10 novembre 2016
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SASSARI. Quando la moglie gli ha comunicato che nel pomeriggio era stata dall’avvocato per chiedere il divorzio ha perso la testa. Nicola Amadu, 69 anni, pensionato, non ha voluto accettare quello che per lui - dopo tanti anni di matrimonio - era un affronto troppo grande. Prima ha ascoltato in silenzio le parole della moglie poi - in un raptus di follia - ha iniziato a colpirla.

Angela Doppiu, 66 anni, anche lei pensionata, è stata raggiunta prima da due pugni al volto, poi una volta per terra è stata presa a calci dal marito con una violenza inaudita. La donna ha perso un po’ di sangue dal naso e ha implorato l’uomo di fermarsi, ma al marito non è bastato. Nicola Amadu è uscito dalla casetta a due piani, è corso nel casolare degli attrezzi, ha preso una tanica di benzina da cinque litri, è tornato verso casa e proprio sull’uscio ha cosparso il corpo della donna con il liquido infiammabile e poi le ha dato fuoco. Non ancora soddisfatto ha preso la tanica ormai vuota e l’ha scagliata contro il corpo della moglie avvolto dalle fiamme.

Solo in quel momento, forse, ha realizzato quello che aveva fatto. Subito dopo è uscito di casa e ha chiamato la figlia di 42 anni che vive non lontano dalla villetta dei genitori e le ha raccontato tutto. La donna incredula ha chiamato i soccorsi, poi si è precipitata a casa dei genitori. La scena che si è presentata davanti agli occhi della donna è stata terribile. L’allarme è stato dato verso l’ora di cena e in pochi minuti nella villetta a due piani che si trova in località Trunconi, all’inizio della strada per Ittiri, si sono precipitati i carabinieri e la polizia. L’uomo non ha fatto nessuna resistenza e si è consegnato ai militari.

Poco dopo in caserma ha confessato il delitto. Sul luogo dell’omicidio sono arrivati gli investigatori della Scientifica e i vigili del fuoco. I rilievi sono andati avanti per ore, coordinati dal sostituto procuratore Emanuela Greco titolare dell’inchiesta. Gli investigatori hanno tenuto alla larga i pochi curiosi che si sono radunati nella stradina bianca che conduce al terreno in cui si trova l’abitazione della famiglia Amadu.

Marito e moglie avevano problemi da tempo. I rapporti tra i due ormai erano diventati molto tesi e negli ultimi tempi vivevano praticamente da separati in casa. Lei nell’ultimo periodo aveva deciso che non si poteva più andare avanti. Così ieri pomeriggio si è fatta forza e si è recata nello studio di un avvocato. Quando è tornata a casa, prima di cena, ha guardato negli occhi il marito e gli ha detto che era finita. «Basta, voglio il divorzio». Quelle parole gli sono rimbombate nella testa dell’uomo per qualche secondo, poi è esplosa la follia.

La donna non ha fatto in tempo ad allontanarsi: il marito l’ha colpita immediatamente che due pugni al volto che l’hanno tramortita e ferita. Ha perso sangue dal naso, è finita per terra e ha provato a chiedere all’uomo di fermarsi. Ma Nicola Amadu ormai aveva perso la testa. Quando ha visto sua moglie per terra ha iniziato a colpirla con una serie di calci in testa che le hanno fatto perdere i sensi. Ma non era ancora abbastanza. L’uomo è corso verso la casetta degli attrezzi, ha preso la tanica di benzina che utilizzava per alimentare il tosaerba e ha versato tutti e cinque i litri che conteneva sul corpo, ormai inerme, della moglie, poi le ha dato fuoco. Mentre le fiamme divoravano la povera donna, ha chiamato la figlia e si è liberato di quel macigno: «l’ho uccisa, venite a prendermi».

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