La Nuova Sardegna

Sassari

Cinghiali, a Porto Conte catturati già 60 esemplari

di Gianni Olandi
Cinghiali, a Porto Conte catturati già 60 esemplari

Il Parco sta mettendo in pratica un piano di salvaguardia delle aziende agricole Gli animali vengono avviati nei macelli e poi sulle tavole degli agriturismo

14 novembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Il Parco regionale di Porto Conte sta tenendo fede agli accordi assunti in ambito provinciale per quanto riguarda le azioni da svolgere per il contenimento del fenomeno della fauna selvatica che tanti problemi sta creando ai produttori agricoli ma anche in materia di sicurezza dell’incolumità pubblica.

Nel corso delle ultime settimane sono stai oltre sessanta i cinghiali catturati con il sistema delle gabbie posizionate negli abituali percorsi che seguono gli ungulati quando abbandonano la riserva e vanno alla ricerca di cibo.

A dare una prospettiva positiva sul programma in essere contribuisce indubbiamente il fatto che il progetto andrà avanti per ben 5 anni con il coinvolgimenti di tutto il territorio della Provincia di Sassari. Da segnalare che il progetto in questione ha attivato anche una sorta di filiera che consente di recuperare risorse finanziarie. Gli animali catturati vengono infatti avviati nei macelli autorizzati che sono stati realizzati in diverse attività agrituristiche della Nurra.

Dalla vendita della carne di cinghiale, divenuta nei fatti una specialità dell’agro alimentare sardo e che è in grado di svolgere un ruolo importante anche nel settore gastronomico destinato al consumo turistico, si ricavano risorse che vengono destinate a supportare le azioni di contenimento della fauna selvatica.

Vale la pena a questo proposito di segnalare che il Parco di Porto Conte e stato il primo in Sardegna ad avviare le azioni di cattura dei cinghiali. Una decisione assunta di concerto con i riferimenti istituzionali e determinata dalla costante crescita di danni agli agricoltori, con colture letteralmente devastate e anni di lavoro andati in fumo, ma anche per la pericolosità manifestata nei confronti delle persone con aggressioni e incidenti stradali. Numerosi episodi si sono verificati nella borgata di Maristella.

Da sottolineare infine anche i danni provocati alla flora endemica. Ora a differenza del passato il progetto di contenimento avrà una valenza quinquennale e quindi non si porranno interruzioni come avveniva in passato che condizionavano in modo palese i programmi di cattura. Le gabbie sono gestite dai “coadiutori della fauna selvatica” , cacciatori dotati di specializzazione ottenuta attraverso specifici corsi di formazione, e naturalmente con il controllo della Guardia Forestale e la indispensabile presenza dei veterinari dell’autorità sanitaria pubblica. Come è noto se gli agricoltori ne faranno richiesta, tali strumenti saranno installati anche nei loro poderi. Il programma prevede anche abbattimenti diretti con armi da fuoco ma in questa fase di sta operando esclusivamente con le gabbie. Stesso strumento è in atto nella penisola di Capo Caccia, area decisamente più sensibile, in stretta collaborazione con l'Agenzia Forestas.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative