La Nuova Sardegna

Sassari

Grandinata “killer”, danni gravissimi

di Giulio Favini
Grandinata “killer”, danni gravissimi

Scaduti ieri i termini per la presentazione delle domande di risarcimento, ma serve la dichiarazione di calamità naturale

15 novembre 2016
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VALLEDORIA. Sono scaduti ieri i termini di presentazione delle domande per le richieste di risarcimento danni per calamità naturale, da inoltrare ai comuni di appartenenza da parte degli agricoltori della Bassa Valle del Coghinas. Ora spetterà alle rispettive amministrazioni comunali di Valledoria, Santa Maria Coghinas e Viddalba provvedere a spedire le domande (tantissime) e a chiedere alla Regione l’effettivo riconoscimento dello stato di calamità naturale per il violento nubifragio con grandine, che si è abbattuto domenica 6 novembre, al fine di ottenere almeno una cospicua parte del risarcimento danni subiti dagli agricoltori.

Alla richiesta di tale riconoscimento dello stato di calamità alla Regione si è aggiunta anche l’interrogazione consigliare regionale inoltrata alla Regione da parte del consigliere Gaetano Ledda che chiede gli atti e i provvedimenti che presidente e giunta intendono assumere in ordine: al riconoscimento dello stato di calamità naturale; se intendono effettuare straordinari e urgenti sopralluoghi per la verifica e l’accertamento della situazione di emergenza e di estrema gravità verificatasi nel territorio della Valle del Coghinas e nei vari territori colpiti; e se c’è la volontà della concessione di aiuti economici da quantificare ai sensi della normativa in vigore per i danni subiti dalle aziende agricole.

«Sono molto scettico su questo modo di procedere - dice l’ex assessore all’Agricoltura della Regione dal 2009 fino al 2011, Andrea Prato – in quanto pur riconoscendo la Regione lo stato di calamità naturale non sempre si hanno i fondi necessari e reali dei danni subiti da risarcire agli agricoltori e non sempre questi fondi sono disponibili e risarcibili nell’immediato. Infatti quando io ero assessore regionale all’Agricoltura - spiega Prato - stavamo ancora risarcendo i danni dell’alluvione a partire dal 1995 al 2007 e di questi la Regione ne aveva risarciti solamente il 15%. Pertanto allo stato attuale il riconoscimento della stato di calamità naturale da parte della Regione se dovesse avvenire su richiesta di comuni interessati, sarebbe solamente una mossa di carattere politico senza nessuna sicurezza allo stato pratico delle cose. All’epoca del mio mandato proposi che la Regione doveva stipulare delle assicurazioni a premio alto, per singole colture e per specifiche calamità naturali, che sempre più frequentemente si abbattono sul settore dell’agricoltura e dell’allevamento sulla nostra isola».

«Queste assicurazioni dovrebbero essere stipulate tra i consorzi di difesa che sono presenti sul territorio la Regione - continua Prato - e gli imprenditori agricoli. Questi ultimi dovrebbero però pagare solo una minima parte di questi premi mentre la Regione la restante gran parte circa il 90%».

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