La Nuova Sardegna

Sassari

I Dimonios e la prima volta da caschi blu

di Antonio Meloni
I Dimonios e la prima volta da caschi blu

Il saluto ieri in piazza Castello dopo il ritorno dal Libano. Il sindaco di Tiro ringrazia il popolo sardo

23 novembre 2016
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SASSARI. Il primo particolare che balza agli occhi è quel basco azzurro sulla divisa chiazzata che non è proprio un dettaglio marginale. Significa, infatti, che il reparto partecipa a un’operazione Onu. Per la prima volta nella sua storia secolare, gli uomini e le donne della Brigata Sassari hanno operato come caschi blu, indossando quel basco in occasione della missione in Libano appena conclusa.

Ieri, nel piazzale della caserma Lamarmora, così, hanno salutato le autorità e il pubblico presente reduci dalla terra dei cedri. Un incarico delicato che gli specialisti della “Sassari” hanno saputo portare a termine con la consueta professionalità e con quella carica umana tutta sarda che in ogni teatro ha sempre fatto la differenza.

L’operazione “Leonte”, si è conclusa con successo nei giorni scorsi grazie all’impiego di 3.700 caschi blu di dodici diverse nazionalità. Di questo nutrito contingente, hanno fatto parte 1.000 militari italiani di cui 500 Sassarini. Il contingente "sardo" era costituito da unità provenienti dal 151° Reggimento fanteria Sassari, di stanza a Cagliari, dal 5° Reggimento genio Guastatori di Macomer e da altre unità specialistiche dell’Esercito. Per sei mesi, da aprile a ottobre di quest’anno, i Sassarini, agli ordini del generale Arturo Nitti, hanno garantito il rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, vigilando sulla cessazione delle ostilità tra Israele e Libano e prestando la relativa assistenza al governo libanese nell’esercizio della propria sovranità sul territorio.

La cerimonia di saluto, che, contrariamente al solito, si è svolta, ieri mattina, all’interno del comando di piazza Castello, ha visto, tra gli altri, la partecipazione del generale Luigi Francesco De Leverano, comandante delle Forze operative Sud e del generale Antonio Vittiglio, comandante della divisione Aqui. Tra le autorità presenti, il sindaco Nicola Sanna, il prefetto Pietro Giardina, l’arcivescovo padre Paolo Atzei, il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano e l’ex ministro della Difesa Arturo Parisi. A testimonianza della gratitudine del popolo libanese, alla cerimonia ha partecipato anche Hassan Dbouk, sindaco della città di Tiro. Il reparto di formazione - composto da uomini e donne del 151° reggimento “Sassari”, del 5° reggimento genio guastatori e del reparto comando e supporti tattici - è stato inquadrato nel piazzale interno della Lamarmora di fronte al palco delle autorità, presenti le associazioni combattentistiche e d’arma e una rappresentanza delle famiglie dei caduti. Il generale Arturo Nitti durante il suo intervento ha rimarcato l’importanza della missione e la centralità del Libano per la stabilità dell’assetto nello scacchiere mediorientale, ma ha anche elogiato i suoi uomini e ringraziato la Madonna di Buoncammino, alla quale i Sassarini sono particolarmente devoti. Significative le parole del generale Luigi Francesco De Leverano che, senza retorica, ha elogiato i Dimonios per l’ottima preparazione e l’indiscutibile professionalità: «Siete una squadra forte, coesa ed efficace - ha concluso De Leverano - e le forze armate italiane sono consapevoli di poter contare su di voi in patria e all’estero».

In serata il sindaco di Tiro Hassan Dboukè stato ospitato in consiglio comunale. Con il primo cittadino libanese anche l'architetto Hassan e il generale Nitti. È stato il sindaco di Sassari Nicola Sanna a ricordare l'impegno svolto nel paese dei cedri dagli uomini della Brigata. Il primo cittadino di Tiro ha sottolineato il legame con la Sardegna. Un rapporto che va oltre la missione di pace appena conclusa e che si rintraccia nella storia, con i Fenici.

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