La Nuova Sardegna

Sassari

La collezione Biasi al museo del Carmelo

di Antonio Meloni
La collezione Biasi al museo del Carmelo

L’antico convento riapre i battenti e rispunta il vecchio progetto di allestire la mostra permanente del pittore del ’900

03 dicembre 2016
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SASSARI. Il museo del Carmelo riapre i battenti, il vecchio convento dei Carmelitani, consegnato nel 2008 dopo un laborioso restauro, ospiterà tre mostre di pittura di altrettanti artisti sardi.

La mastodontica struttura espositiva, fino ai primi anni Settanta sede del comando dei carabinieri, resterà aperta fino al prossimo autunno, poi potrebbero arrivare ulteriori novità.

I dettagli di questa importante operazione saranno illustrati, nei prossimi giorni, durante una conferenza stampa, ma sembra ormai certo che il Comune, custode della raccolta Biasi, d'intesa con la Provincia, proprietaria dell'immobile, voglia rilanciare con decisione il progetto, fermo da sessant'anni, relativo alla realizzazione del tanto atteso Museo Biasi "dell'arte del Novecento e del Contemporaneo".

C'è da dire subito che in passato il "Carmelo", dopo il restauro, aveva già ospitato mostre e iniziative a carattere periodico. Ma dalla consegna dei lavori, è la prima volta che nel museo vengono allestite tre esposizioni in grado di tenere aperta la struttura, ininterrottamente, per un anno intero.

La prima mostra sarà inaugurata poco prima di Natale, poi, in successione, le altre due in modo da garantire quella continuità che consenta la prosecuzione dell'attività fino alla fine del prossimo anno.

L'auspicio è che questo, dopo tanto, possa davvero essere il preludio all'atteso allestimento del museo Biasi, legato all'acquisizione, da parte della Regione, della collezione dell'artista sassarese.

Per comprendere la portata dell'iniziativa, è necessario tornare indietro di sessant'anni, quando, nel 1956, la Regione sarda acquistò dagli eredi la raccolta di Giuseppe Biasi. L'unica condizione posta dalla famiglia, all'atto della vendita, fu la richiesta esplicita di esporre le opere a Sassari.

Già da allora, dunque, si pensò di realizzare una struttura espositiva, dedicata al pittore sassarese, dove le opere, circa trecento tra quadri a olio, acquerelli, bozzetti e tempere a colori, potessero trovare degna sistemazione dando lustro alla sua città natale.

Si arriva al 1998, quando il consiglio comunale si impegna, con delibera, ad allestire la mostra Biasi.

Nel 2006, la Regione, con Provincia, Comune, Fondazione di Sardegna e Camera di commercio, firma il protocollo d'intesa per la costituzione di una fondazione definendo anche le quote di partecipazione, (60 per cento alla Regione, 20 fra Provincia, Comune e Camera di commercio, 20 alla Fondazione di Sardegna).

Nel 2007, la Provincia, proprietaria dell'immobile, concede i locali del Carmelo in comodato d'uso gratuito alla costituenda Fondazione Biasi e lo stesso anno il Comune ne approva la relativa adesione.

Le ultime novità risalgono alla primavera scorsa, quando, in occasione di un sopralluogo a cui hanno partecipato l'assessora alla Cultura di Palazzo ducale, Raffaella Sau, un funzionario dell'assessorato regionale alla Cultura e Guido Sechi commissario straordinario della Provincia, si è riparlato del progetto "Biasi".

Una cosa è chiara, le ipotesi relative al futuro della struttura, a oggi, sono ancora oggetto di discussione. L'idea potrebbe essere quella di trasferirne la gestione al Comune, magari con una congrua dotazione finanziaria.

Qualsiasi decisione si prenda, sembra ormai maturo il tempo per concludere: «Il museo Biasi è per Sassari un'opera fondamentale - taglia corto l'assessora alla Cultura Raffaella Sau - si tratta di una struttura preziosa in grado di attrarre flussi turistici rilevanti e dare la spinta definitiva a un'inversione di tendenza già in atto».

Non è più un mistero il fatto che durante l'estate, le presenze turistiche siano cresciute rispetto agli anni scorsi, si tratta di creare i presupposti per dare continuità al trend: «Penso a un circuito museale - prosegue Raffaella Sau - da via Roma a corso Pascoli, che abbia come tappe le altre strutture espositive, dal museo Sanna al Tavolara, dal Biasi alla Frumentaria fino al Masedu, un percorso ricco di suggestioni che attraversi il cuore della città, tra archeologia e arte moderna, collegando la parte ottocentesca con quella medievale».

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