La Nuova Sardegna

Sassari

I sindacati chiedono il rispetto dei patti per la chimica verde

di Gavino Masia
I sindacati chiedono il rispetto dei patti per la chimica verde

Femca-Cisl si rivolge alla Regione, all’Eni e a Novamont Incontro per fare il punto sui progetti industriali in stallo

08 dicembre 2016
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PORTO TORRES. Il progetto chimica verde sembra segnare il passo nello stabilimento industriale della Marinella e le organizzazione sindacali suonano la sveglia all’Eni per il rispetto del protocollo firmato qualche anno fa da politica e parti sociali. Si sente aria di disimpegno che rischia di mandare ulteriormente in crisi un territorio già devastato dal punto di vista economico e ciò ha convinto gli stati generali sardi della Femca-Cisl di riunirsi a Porto Torres per una analisi della situazione politico e industriale del territorio. Il consiglio generale della Femca-Cisl - sentita la relazione del segretario generale di Sassari Luca Velluto e gli interventi del segretario regionale Marco Nappi e della segretaria Cisl di Sassari Emily Uda (responsabile settore industria) - chiede dunque che «Eni e Novamont rispettino il protocollo della chimica verde con tutti i suoi investimenti, visto che Matrìca forse arriverà al break even nel 2018 e quindi ci potrebbero essere altri 2 anni di forte incertezza». I segretari della Femca chiedono anche a Novamont di sostenere maggiormente il progetto della chimica verde, soprattutto dopo la decisione di realizzare un nuovo impianto di polimeri biodegradabili a Terni per aumentare la sua produzione, senza pensare alla possibilità di poter invece utilizzare le aree del sito di Porto Torres per questo investimento. «Abbiamo appreso che Regione ed Eni si stanno incontrando per modificare il protocollo senza coinvolgere i sindacati e noi che siamo i firmatari di quel protocollo dobbiamo essere interpellati e coinvolti per discutere il futuro del territorio e capire che fine hanno fatto gli investimenti previsti nel protocollo firmato a Roma». Il consiglio generale della Femca-Cisl ritiene indispensabile la presenza dell’industria chimica nel Nord Sardegna - perchè fonte di reddito certo e non sostituibile per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie - e rilancia un “vecchio” progetto di cui si parlava negli anni scorsi: «È nostro diritto avere fonti energetiche alternative e convenienti e siamo per un rigassificatore a Porto Torres, perché può essere fatto in breve tempo e garantisce una fornitura alternativa: il nostro sistema industriale (chimico-energetico) non può essere mantenuto e difeso con un apporto “umorale” ma bensì con un supporto di carattere tecnico fatto di concreti investimenti e con la sana convinzione, soprattutto politica, che senza industria il nostro territorio (e non solo) è destinato a crollare». Nell’incertezza del futuro industriale la Femca_Cisl considera assente anche la Regione che doveva seguire il progetto attraverso tavoli tematici: «Doveva garantire un’incentivazione per l’utilizzo del cardo agli agricoltori - ricorda il segretario Luca Velluto -, ma poco è stato fatto, mentre Novamont ha richiesto più volte di utilizzare terreni della Regione che nel Sassarese sono tanti e nessuno ha dato risposta: il tempo passa e noi stiamo cercando di far partire la “Ferrari” della chimica verde, ma se non mettiamo la benzina dentro siamo sconfitti in partenza».

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