La Nuova Sardegna

ESPORLATU. È stata un successo la decima edizione del presepe vivente di Esporlatu del 29 dicembre. Il suggestivo spettacolo è stato interpretato da circa cento figuranti. I quadri scenici allestiti hanno raffigurato la profezia di Isaia, le donne alla fonte, l’annunciazione, il mercato, la visitazione, la sinagoga, la locanda, la preparazione del pane, il campo dei pastori, la Natività, la sacra famiglia, e inedito, quest’anno, è stato il quadro della carovana, rappresentante il viaggio di numerosi fedeli da Nazareth a Betlemme, per via del censimento emanato dall’imperatore Cesare Augusto. La manifestazione è andata in scena grazie alla collaborazione della comunità di Esporlatu che ha risposto alle proposte di alcuni giovani del paese, e grazie al patrocinio dell’amministrazione comunale. Le scenografie allestite hanno ricreato, attraverso una ricerca dettagliata di materiali e utensili, ambientazioni dell’epoca, con la presenza di alcuni elementi tipici e tradizionali della cultura sarda. La tradizione di questa manifestazione è nata nel 1994 da un’idea dell’allora parroco don Girolamo Cossu e dello scenografo Giuseppe Lanzi. Da quell’anno, nonostante la manifestazione abbia avuto un carattere saltuario poiché richiede una grande mole di impegno, ha raggiunto i dieci anni di attività. La processione dei fedeli, partita alle 18 dalla piazza centrale del paese, è stata guidata dal parroco don Tonino Massidda e dal vescovo della diocesi di Ozieri Corrado Melis. Presenti anche i sacerdoti dei paesi del Goceano e le autorità civili e militari del paese. Il corteo è stato accompagnato dal suggestivo suono delle launeddas di Nicola Vacca e Bruno Loi e dal coro “Sos de Santu Matteu” di Bono che si è esibito con alcuni canti tipici. La serata si è conclusa con la benedizione del vescovo nella chiesa di San Gavino. Soddisfatto anche il sindaco Francesco Furriolu: «Desidero ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato all’ottima realizzazione di questo evento particolarmente caro agli esporlatesi».

Elena Corveddu