La Nuova Sardegna

Sassari

Le notti al gelo dei clochard irriducibili

di Daniela Scano
Le notti al gelo dei clochard irriducibili

Numerosi i senzatetto rimasti all’addiaccio nonostante l’apertura del dormitorio. Un Guardian Angel racconta le loro storie

09 gennaio 2017
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SASSARI. Hanno freddo ma non cercano riparo nel dormitorio pubblico comunale. Non si fidano. Chi li conosce bene spiega che hanno paura che qualcuno gli porti via, nell’abbandono del sonno, il poco che hanno. Temono i furti e che i volontari che li accolgono facciano troppe domande, ma li preoccupa anche la possibilità di fare incontri sgraditi. Non si sa se la vita di strada li ha resi così diffidenti oppure se è stata una patologica mancanza di fiducia a portarli sulla strada. Le ragioni dei clochard sono imperscrutabili e quelli che hanno scelto come tetto il cielo di Sassari non fanno la differenza, neppure quando la temperatura scende sotto zero. Lo sanno bene i Guardian Angels che tutte le notti, non solo in queste gelide, raggiungono i senzatetto nei loro rifugi usando un camper che d’inverno diventa l’unità mobile per un pasto caldo, coperte e abbigliamento pesante.

Chi pensava che l’apertura del dormitorio comunale di via Duca degli Abruzzi avrebbe risolto il problema delle notti all’addiaccio si è dovuto ricredere. Le brande sono state tutte occupate, ma molti clochard sono rimasti per strada. «C’è chi rifiuta l’idea del dormitorio adducendo i più svariati motivi: sdraio dure al posto dei letti, promiscuità, paura che gli portino via i pochi oggetti dal loro nascondiglio, orari poco elastici – conferma Pier Paolo Pintus, chapter leader dei Guardian Angels sassaresi –. Ecco perché anche nella notte tra sabato e domenica, nonostante il freddo, molti non si sono mossi».

È il caso di Elsa Sotgia, la sessantottenne che in gioventù fu imputata e protagonista del processo all’Anonima sequestri. La donna anche in queste notti polari è rimasta a Platamona, nella pensilina trasformata in una capanna con le pareti di pesante pvc realizzate, a proprie spese, proprio da due Guardian Angels: Luna e Zagor. «Non sarà il massimo ma almeno ripara dalla pioggia e in parte dal vento, ma non dal freddo pungente – dice Pier Paolo Pintus –. Elsa ci ha chiesto se, nel caso che la mandino via con la forza, le daremo una mano a trasportare le sue cose. Lo faremo certamente». I Guardian conoscono bene i senzatetto, sanno che la notte per loro è il momento più duro, conoscono la geografia delle provenienze. Negli ultimi tempi gli italiani sono aumentati. Effetto della crisi economica che stritola le esistenze.

Sempre a Platamona, in un piccolo fabbricato in disuso dorme Mario (a parte quello di Elsa, tutti gli altri nomi sono di fantasia) col suo amico straniero. Cartoni per chiudere le finestre senza vetri, candele, coperte e si cerca di andare avanti. «Tra Sassari e Li Punti, in una campagna, vive Angelo: un omone alto e grosso che non potrebbe certo dormire in una sdraio – racconta il Guardian Angel –. Per timore di essere trovato cambia posto ogni sera. Un paio di coperte, dei cartoni, e per tetto le stelle». Di giorno Angelo chiede l’elemosina davanti alle chiese.

Irremovibile nella decisione di non abbandonare il suo spazio è anche Flavio, al quindicesimo anno nella sua scatola di cartone assieme ai suoi due cani «che lo scaldano e lo difendono da topi grandi come scoiattoli – racconta Pintus –. E poco importa se ci sono le pulci a dare fastidio...». I Guardian Angels che vanno a trovarlo quasi tutti i giorni raccontano che ora che non ha più il cavo elettrico che gli permetteva di avere una lampadina e attaccare una stufetta, Flavio di notte resta solo al buio e al freddo.

C’è poi Antonio, che dorme in una macchina in un parcheggio. «Persona istruita, con una professione importante alle spalle, si è ritrovato sulla strada per il fallimento della sua azienda – dice il chapter leader dei Guardian Angels –. Ma lui non si dà per vinto e continua a cercare lavoro».

La prima notte di apertura del dormitorio comunale, Gavino è stato tra i primi ad arrivare ma appena ha visto che c'era tensione per avere un letto ha rinunciato. I Guardian lo hanno trovato, come tutte le notti, sotto la tettoia di un bar dove si ripara dopo la chiusura del locale.

Poi ci sono i clochard delle Ferrovie: cinque che convivono nel porticato di una ex casa cantoniera, una coppia di giovanissimi che i Guardian Angels trovano spesso a dormire vicino ai binari. «L’altra notte non c’erano, probabilmente hanno cercato un riparo meno esposto – racconta Pier Paolo Pintus –. Il ragazzo non va al dormitorio perché dovrebbe lasciare sola la ragazza. Quindi preferiscono patire il freddo assieme».

Una storia finita bene è invece quella di Mike il Francese. Dopo che gli è stato portato via il container nel quale dormiva da un paio d’anni, i Servizi sociali gli hanno trovato un posto in un istituto. I Guardian Angels vabbo a trovarlo spesso. «L’ultima volta – racconta il chapter leader dei Guardian Angels – ci ha detto che dopo 35 anni in strada si fa presto ad abituarsi al caldo e al cibo tutti i giorni...»

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