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Sassari, 18 anni per definire una causa ereditaria: il ministero pagherà per il ritardo

Sassari, 18 anni per definire una causa ereditaria: il ministero pagherà per il ritardo

Indennizzo per due sassaresi vittime della giustizia lumaca

07 febbraio 2017
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SASSARI. Troppi, anche considerando i tempi lunghi della giustizia italiana, diciotto anni di attesa per la definizione di una causa ereditaria in due gradi di giudizio civile. Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del ministero della Giustizia che è stato condannato a pagare le spese del giudizio intentato contro due sassaresi ai quali, nel 2014, la corte d’appello di Roma aveva riconosciuto un indennizzo per la giustizia lumaca sassarese.

Si trattava di poco meno di ventimila euro che il ministero della Giustizia non voleva pagare. Questione di principio, ma la sesta sezione civile della Suprema Corte, presieduta da Pasquale D’Ascola, ha dato torto al ministero, rappresentato in giudizio dall’Avvocatura dello Stato. I giudici della Cassazione hanno sentenziato che due eredi sassaresi hanno subito una ingiustizia che si chiama “irragionevole durata di un giudizio ereditario”.

Una causa, scrivono i giudici della sesta sezione, introdotta davanti al Tribunale di Sassari il 9 dicembre del 1986, definita in primo grado con sentenza pubblicata il 27 marzo 2001, contro la quale è stata proposta impugnazione con atto notificato il 30 aprile 2002 conclusasi con sentenza depositata il 30 marzo del 2009 e non ancora notificata agli interessati.

Secondo i giudici della Cassazione, bene hanno fatto i giudici della corte d’appello di Roma ad assegnare un indennizzo ai due protagonisti della vicenda giudiziaria «ritenendo – si legge nella sentenza – che il giudizio avesse avuto una durata irragionevole di diciotto anni. I due sassaresi si sono fatti assistere dagli avvocati Franco Dore e Manuela D’Urso.

I giudici, con una motivazione semplificata di tre pagine, hanno respinto le argomentazioni del ministero della Giustizia, ha rigettato il suo ricorso e lo ha condannato al pagamento delle spese del giudizio di cassazione che ha liquidato in 1.500 euro.

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