La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidi Monni e Masala, giallo sulle telefonate

Il luogo dell'omicidio di Gianluca Monni
Il luogo dell'omicidio di Gianluca Monni

Nell'udienza celebrata oggi 16 febbraio al Tribunale dei minori di Sassari, la procura ha presentato una nota con cui i carabinieri confermano che le chiamate ci sono state e che sono state intercettate e trascritte. Ma nei tabulati non c'è traccia

16 febbraio 2017
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SASSARI. Le conversazioni telefoniche avute dal supertestimone Alessandro Taras con suo fratello e con un investigatore, di cui non c'è traccia nei tabulati della compagnia telefonica, restano al centro del processo a carico di Paolo Enrico Pinna, il giovane di 19 anni accusato con il cugino Alberto Cubeddu, di 21, degli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala, uccisi tra il 7 e l'8 maggio del 2015.

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Nell'udienza celebrata oggi 16 febbraio al Tribunale dei minori di Sassari, la procura ha presentato una nota con cui i carabinieri che avevano investigato in seguito ai due delitti confermano che quelle telefonate ci sono state e che sono state intercettate e trascritte. Affermazioni che contribuiscono a rendere ancora più inspiegabile il motivo per cui non risultino nei tabulati consegnati da Vodafone e acquisiti su richiesta dei legali della difesa, gli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlini.

Già una settimana fa i difensori avevano sottolineato questa anomalia, rilevando come nelle informative dei carabinieri si desse conto di quelle conversazioni telefoniche che non compaiono nei tabulati. Oggi la conferma da parte degli investigatori, ai quali i due legali replicheranno nel corso della prossima udienza, fissata per il 23 febbraio.

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Per ora la difesa non è entrata nel merito delle novità emerse nel corso degli ultimi giorni: secondo la Procura di Nuoro, infatti, l'esecutore materiale dell'omicidio di Gianluca Monni è Alberto Cubeddu, mentre Paolo Enrico Pinna, minore all'epoca dei fatti, sarebbe rimasto a bordo dell'auto di proprietà della famiglia di Stefano Masala, il giovane di Nule di cui da quel giorno non si è più avuta traccia. Tuttavia nell'ordinanza che ha portato in carcere Pinna, lo stesso viene indicato come colui che ha sparato le fucilate mortali contro lo studente di Orune.

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