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Sassari, ordine degli architetti in campo per sbrogliare il caso “ex Serd”

di Nadia Cossu
Sassari, ordine degli architetti in campo per sbrogliare il caso “ex Serd”

Chieste spiegazioni al sindaco Sanna: servono ulteriori chiarimenti entro cinque giorni. La gara è stata vinta dal nipote dell’ex assessore Marras e i secondi hanno presentato una diffida

18 febbraio 2017
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SASSARI. Il progetto sulla riqualificazione dell’ex Serd di Sassari torna a far parlare di sè dopo la diffida presentata dai secondi classificati nel concorso di idee (bandito da ministero dei Beni culturali e consiglio nazionale degli architetti) vinto da un team di progettisti capitanato dal nipote di un ex assessore comunale.

Il sindaco Nicola Sanna ha cinque giorni di tempo (a partire dal 15 febbraio) «per fornire nuovi chiarimenti in merito agli ulteriori elementi contenuti nella diffida presentata il 30 gennaio dall’avvocato Sergio Porcu, in nome del gruppo partecipante classificatosi secondo in graduatoria». Sono le parole contenute nella raccomandata inviata a Sanna dal responsabile del procedimento, Raffaele Greco.

Non sono state sufficienti le “spiegazioni” che il primo cittadino aveva già fornito quando ancora i secondi classificati non si erano rivolti a un legale. All’epoca, ravvisando profili di incompatibilità, avevano semplicemente chiesto agli enti banditori di verificare la correttezza del concorso. E infatti Greco aveva scritto a Nicola Sanna il quale, pur confermando la parentela, rispediva al mittente i dubbi sulla incompatibilità. A quel punto era partita la diffida. Anche perché il vincitore Paolo Marras, oltre che nipote del dimissionario assessore al Patrimonio Alessio Marras, è anche marito di una ingegnera che – come si legge nella diffida – faceva parte del settore “Progettazione e direzione lavori pubblici e manutenzione del patrimonio comunale”, cioè quello che si era occupato della stesura dello studio di fattibilità sull’intervento di manutenzione dell’immobile di via Bottego (proprio l’edificio da riqualificare). Questo nonostante il bando dicesse che non potevano «partecipare al concorso in quanto incompatibili coloro che hanno partecipato alla stesura del bando e dei documenti allegati, i loro coniugi e i loro parenti fino al terzo grado compreso e chiunque abbia in corso con loro un rapporto di lavoro o altro rapporto notorio...».

E se da una parte è vero, come sostiene il sindaco, che il Comune di Sassari «non ha partecipato alla stesura del bando», è altrettanto certo che il ruolo lo ha però avuto nella stesura dei documenti allegati. Tanto per citarne uno: lo studio di fattibilità redatto a gennaio del 2015 dal settore nel quale lavorava anche la moglie di Marras. Secondo il sindaco l’ingegnera si occupava di “strade” da tempo. Replicano i secondi classificati: «Si sarà anche occupata del settore strade ma quando ancora non ne esisteva uno indipendente e autonomo denominato “Infrastrutture della mobilità”, che è stato creato nel 2016. Quando venne redatto il progetto di fattibilità per via Bottego, infatti, il settore era unico».

La conferma la si trova facilmente anche su internet dove appare un prezziario comunale dei lavori pubblici stradali (annualità 2012) la cui relazione introduttiva è firmata dalla moglie di Paolo Marras. Più giù si legge “Settore Progettazione e Direzione lavori pubblici e Manutenzione patrimonio comunale”, lo stesso che a gennaio del 2015 firma il progetto di fattibilità per via Bottego.

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