Urlava disperato: «L’ho uccisa, arrestatemi»
Un vicino ha sentito le urla della donna e ha chiamato i soccorsi: «In casa c’era sangue ovunque»
SASSARI. «Ho sentito gridare aiuto e inizialmente non capivo da dove provenisse quella voce disperata, sono corso giù per le scale e mi sono reso conto che era signora Filomena».
È ancora sotto choc Antonio Giovanni Chessa quando racconta davanti al portone di via Grazia Deledda 175 il pomeriggio di ordinaria follia che hanno vissuto lui e gli altri condomini della palazzina di quattro piani. «Abito sopra di loro - continua il vicino - e quando ho capito da dove provenivano le grida sono corso davanti al loro portone. Ho suonato e bussato per qualche minuto ma nessuno mi apriva - continua l’uomo - poi ho provato a sfondare la porta ma non ci sono riuscito. Quando ero ormai deciso a calarmi dal terrazzino finalmente la porta si è aperta. Signor Antonio mi è venuto incontro facendo con le braccia il segno delle manette - spiega il vicino - e ripeteva ossessivamente “ho ucciso mia moglie, arrestatemi”». Antonio Giovanni Chessa si è subito reso conto della gravità della situazione e ha dato l’allarme. «Signora Filomena - racconta l’uomo - era per terra in cucina e il martello era accanto a lei. La stanza era completamente piena di sangue, ma fortunatamente la donna era ancora viva e cosciente. A quel punto ho chiamato il 118 - conclude l’uomo - e ho cercato di parlare con il marito ma era fuori di sè, poi sono arrivate le ambulanze ed entrambi sono stati portati all’ospedale». (l.f.)